Fosse stata la vittima, il malcapitato, l’imprenditore 60enne massacrato di botte con una mazza da baseball ancora ricoverato in gravi condizioni, o qualcun altro, non avrebbe fatto differenza. “Se ci fosse stato chiunque altro sarebbe stato lo stesso, non era lui il mio obiettivo. Non so perché lo ho fatto”. Queste le parole citate dall’ANSA dal 16enne che una settimana fa ha aggredito il suo vicino di casa a Cesano Maderno in provincia di Monza.
Parole che fanno il paio con quello che è successo a Viadana, dove un 17enne è accusato per aver ucciso la 42enne Maria Campai, conosciuta online, e di averne nascosto il corpo in una villetta disabitata adiacente al garage dove si sarebbe consumato il delitto, nel centro del Comune in provincia di Mantova. Materiale buono per analisti e psicoterapeuti a distanza, autori di analisi retoriche che spesso si concentrano soltanto sull’aspetto generazionale. Certo è che due aggressioni del genere, in pochi giorni, con al centro due adolescenti, pongono interrogativi da brividi.
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Almeno 19 i colpi di mazza da baseball inferti all’uomo, che era sceso nel suo box garage e che è stato ritrovato agonizzante con l’arma dell’aggressione poco lontano. Il 16enne fermato dai carabinieri è accusato di tentato omicidio. È figlio di una coppia di professionisti. Secondo quanto emerso dall’interrogatorio avrebbe agito sotto un fortissimo impulso di aggredire, forse sotto l’effetto di stupefacenti che da tempo assume.
E avrebbe scelto a caso, una vittima assolutamente come un’altra. Dopo l’aggressione sarebbe rientrato in casa, dove i familiari avrebbero notato gli abiti sporchi di sangue e avrebbero avvisato il 112. Non sarebbero state nuove, ai loro occhi, manifestazioni di rabbia e violenza da parte dell’adolescente, che al momento si trova recluso presso il carcere minorile Beccaria di Milano. La pista della tentata rapina era stata esclusa fin dal primo momento.
L’uomo è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Gerardo di Monza. Ha riportato gravi ferite alla testa. È incensurato, nessun trascorso con la Giustizia, neanche nell’ambito delle attività dell’azienda di cui è titolare a Muggiò. Lotta tra la vita e la morte. Nel corso delle indagini il minorenne dovrebbe essere risentito, così come i suoi familiari e i parenti della vittima dell’aggressione. Sul caso indagano i carabinieri.