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Banksy, chi è l’anarchico che ha rivoluzionato l’arte

Foto Stefano Porta/LaPresse

Foto Stefano Porta/LaPresse

Una bambina guarda un palloncino rosso a forma di cuore volare via dalla sua mano. Un ragazzo, il volto semi coperto, con il corpo teso per lanciare un mazzo di fiori che tiene nella mano destra. Dai muri delle strade di Londra alla barriera che divide in due Gerusalemme, abbiamo conosciuto uno dei più grandi artisti contemporanei: Banksy. Le sue opere hanno innalzato l’arte di strada ad una forma artistica riconosciuta come tale e i suoi graffiti sono diventati simbolo di momenti storici ed eventi per più di una generazione.

CHI E’ BANKSY: IL MISTERO DELL’INDENTITÀ

Ma chi è Banksy? Questa è una domanda che in tantissimi si sono fatti, in ogni parte del mondo, ma la vera identità dell’artista rimane ancora ignota. Quello che si sa sulla biografia di Banksy deriva da ricostruzioni fatte nel corso degli anni a partire dalle poche informazioni che lui stesso ha dichiarato o dalla cronologia delle sue opere principali. Quello che si sa è che Banksy è un artista di nazionalità inglese, probabilmente nato a Bristol intorno al 1974, ed è attivo dagli anni ’90, quando attraverso le sue opere ha iniziato a modificare il concetto stesso di street art. La tecnica che utilizza è quella dello stencil, per le ragioni che ha spiegato lui stesso: “Facevo proprio schifo con la bomboletta, così ho cominciato a ritagliare stencil“.

Le teorie sull’identità di Banksy sono numerose e variegate. Alcuni sostengono che dietro questo pseudonimo si nasconda un singolo genio, mentre altri ipotizzano che Banksy sia il frontman di un collettivo di artisti. Ad oggi è impossibile identificarlo con una persona precisa: gli indizi sono sparsi e spesso contraddittori, ma ciò non ha fatto altro che alimentare l’interesse e la curiosità del pubblico, rendendo le sue opere ancora più universali.

LE OPERE DI BANKSY: LA SUA ARTE

Considerato come uno dei più importanti esponenti della street art contemporanea, la sua arte, pur essendo nata come graffiti sui muri di diverse città in giro per tutto il mondo, ha assunto diverse forme espressive nel corso degli anni, rimanendo però sempre improntata alla satira e alla critica sia politica che culturale. Spesso le sue sono opere di critica sociale che mirano ad obiettivi coerenti al luogo in cui appaiono. Ma la vera forza di Banksy sono i messaggi universali che queste opere veicolano. Dalla grande popolarità delle sue opere, sembra che l’artista inglese conosca perfettamente i codici comunicativi della cultura di massa, riuscendo ad utilizzarne gli elementi chiave, trasponendo argomenti difficili e complessi in opere semplici, con un tono umoristico, che riescono a sensibilizzare chi le guarda e hanno in sé vari livelli di significati. È proprio manipolando questi elementi, che Banksy riesce a trasmettere messaggi potentissimi in grado di sensibilizzare il pubblico. L’estetica è immediatamente comprensibile, nonché riconoscibile, quasi analoga a quella dei messaggi pubblicitari. Ad oggi, alcune delle opere di Banksy sono diventate delle vere e proprie icone, entrando a far parte dell’immaginario collettivo.

BANKSY E LA GUERRILLA ART

Negli anni, l’arte di Banksy è stata definitiva in diversi modi, prima fra tutte “guerrilla art”. Si tratta infatti di una corrente di street art in cui gli artisti, anonimi, lasciano solo tracce della loro identità, senza mai svelarla. Il luogo in cui si agisce è quello dello spazio pubblico urbano, in cui le opere vengono create con l’obiettivo ultimo di lanciare spunti e far nascere riflessioni sulla società e sul proprio tempo. L’arte di Banksy è un’arte di tutti e per tutti, il cui bersaglio rappresentato più spesso è la società occidentale e capitalista, di cui cerca di sottolineare le ombre e mettere in evidenza le storture. Le sue opere combinano umorismo oscuro con graffiti eseguiti con la tecnica degli stencil, ispirandosi alla street art della New York degli anni ’70. Un’espressione artistica politicizzata che l’artista inglese trasforma completamente, scardinando la concezione stessa di arte.

Nel mondo dell’arte contemporanea, poche figure sono avvolte da un alone di mistero paragonabile a quello che circonda Banksy, l’artista la cui identità rimane un segreto nonostante la fama globale. Conosciuto per i suoi pezzi satirici e politicamente carichi, Banksy ha trasformato muri urbani e angoli di città in tele per la sua arte provocatoria, spesso lasciando dietro di sé un dibattito acceso e una serie di domande sulla sua vera identità.

«Penso che esistano molte idee sbagliate su Banksy, e il suo anonimato ha molto a che fare con questo – ha dichiarato lo scrittore e regista del documentario Banksy. L’arte della Ribellione, Elio España. – Le persone non pensano a Banksy come a un artista di graffiti, non lo è più, ma le sue origini provengono assolutamente da quel mondo. La sua arte non si estranea dal contesto, lui è il frutto del suo background a Bristol e della cultura e della politica di questo tempo, un periodo particolarmente tumultuoso, ma anche elettrizzante. Ha fatto parte del mondo dei graffiti, è stato un pioniere della street art insieme ad altre figure importanti. Ma Banksy ha completamente cambiato il modo in cui un’opera d’arte viene esposta e venduta. Credo che comprendendo la sua storia, si otterrà anche una comprensione molto più profonda del suo lavoro».

BANKSY, UN ANARCHICO

Secondo molti Banksy può essere definito un anarchico. La sua arte rappresenta la sua lotta contro un sistema che definisce corrotto e che rappresenta satiricamente all’interno delle sue opere.
Per Banksy il suo non è un lavoro a scopo di lucro e infatti si è sempre scagliato contro la musealizzazione o la vendita delle sue opere. Tra le ultime provocazioni dell’artista, l'”autodistruzione” di una sua opera nel 2018. “Girl with Baloon”, era appena stata venduta per oltre 1 milione di sterline presso la casa d’aste Sotheby’s (Londra), quando l’opera si è parzialmente auto-distrutta, attraverso un tritacarte inserito nella cornice. L’obiettivo sembra essere rendere accessibile a tutti la propria arte, effettuando le proprie creazioni su strade, muri o edifici in piena città, così da educare chi ne fruisce, sensibilizzando le persone su temi del mondo. Tra i principali soggetti che Banksy rappresenta ci sono animali, dai topi alle scimmie, bambini e anziani, poliziotti e politici di spicco, e membri della famiglia reale (che spesso assumono un’iconografia punk). Ma non mancano migranti o animali da macello rappresentati anche con performance eseguite durante eventi particolari, come nel caso del gommone gonfiabile, con dentro i manichini di migranti, che è stato lanciato sugli spettatori del festival rock di Glastonbury. In conclusione, Banksy è molto più di un artista di strada: è un fenomeno culturale che ha usato la sua arte per ispirare e provocare. Le sue opere sono in grado di influenzare il discorso pubblico e di sfidare le nostre percezioni del mondo. Il messaggio dietro la sua arte è chiaro: è un invito a guardare oltre l’ovvio, a interrogare le strutture di potere, lasciando sempre aperto uno spiraglio per la speranza e il cambiamento.