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Chi è Mark Rutte: il nuovo segretario generale della NATO, ex premier dell’Olanda, leader dei Paesi Frugali

Netherland’s Prime Minister Mark Rutte waves as he arrives for an EU summit in Brussels, Thursday, June 27, 2024. European Union leaders are expected on Thursday to discuss the next EU top jobs, as well as the situation in the Middle East and Ukraine, security and defence and EU competitiveness. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Netherland's Prime Minister Mark Rutte waves as he arrives for an EU summit in Brussels, Thursday, June 27, 2024. European Union leaders are expected on Thursday to discuss the next EU top jobs, as well as the situation in the Middle East and Ukraine, security and defence and EU competitiveness. (AP Photo/Geert Vanden Wijngaert)

Nessun passo indietro sull’Ucraina, “una priorità per l’Alleanza”. Resta la guerra ai confini dell’Europa il dossier più scottante che Mark Rutte si ritrova tra le mani diventando segretario generale della NATO. Entra oggi in carica l’ex Presidente olandese, successore di Jens Stoltenberg, al vertice dell’Alleanza per dieci anni. “Anche la difesa e la deterrenza” restano delle priorità. “Dobbiamo spendere di più. Inoltre entrambi crediamo che il legame transatlantico sia alla base della NATO”. A capo del governo dei Paesi Bassi tra 2010 e 2024, primo attore protagonista nella squadra dei cosiddetti “Paesi Frugali”, il suo primo appuntamento da segretario sarà il 12 ottobre nella base aerea americana di Ramstein, in Germania, dove il presidente Joe Biden presiederà il vertice del Gruppo di contatto per l’Ucraina.

Rutte è alto un metro e 94 centimetri, di religione protestante, non sposato, tifoso di Feyenoord e ADO Den Haag. Il padre era un commerciante che lavorò anche in India. Il figlio nacque il 14 febbraio 1967, studiò al ginnasio, storia all’università di Leida. Proprio ai tempi dell’università Rutte entrò nell’Organizzazione Giovanile per la Libertà e la Democrazia, del partito VVD, – in Europa parte di Renew Europe, il gruppo centrista liberale – della quale è diventato Presidente tra il 1988 e il 1991. Prima della politica però alcuni incarichi da manager di società come Calvè e Unilever.

La carriera politica di Mark Rutte

La scalata ai livelli più alti delle istituzioni partì nel 2022, quando venne nominato Segretario di Stato per gli affari sociali e l’occupazione nel primo governo guidato da Jan Peter Blakenende. Con poco più del 20% dei voti, alle elezioni del 2010, il primo incarico di formare un governo: ottenne l’appoggio esterno del Partito per le Libertà (PVV) di Geert Wilders, estrema destra. Rutte divenne così il primo liberale a guidare il governo dal 1918 e il secondo premier più giovane di sempre, a 43 anni. Si impegnò nel suo mandato a tagliare deficit e spesa pubblica, emanò leggi restrittive sull’immigrazione e vietò il burqa nei luoghi pubblici e negli spazi comuni.

Secondo governo nel 2012 con Laburisti e Popolari, terzo nel 2017 con Cda, Social-Democratici e piccola Unione Cristiana. Da sempre restio a concedere aiuti economici ai Paesi europei in difficoltà economia, se non al prezzo di dure misure per mettere in ordine i conti pubblici, con il covid-19, la crisi economia causata dalla pandemia, Rutte è diventato il personaggio più noto dei cosiddetti Paesi “frugali” – Olanda, Austria, Danimarca e Svezia – che si opponevano agli stanziamenti a fondo perduto ai Paesi membri dell’Unione Europea più colpiti dal contagio. Si dimise nel 2021 dopo l’esplosione dello scandalo sugli aiuti social co profilazione etnica dei beneficiari.

Il suo quarto governo mise insieme i liberali di D66, i cristiano democratici dell’Appello cristiano democratico e i calvinisti dell’Unione cristiana (Cu). Fine dei giochi nel 2023, quando il governo cadde e Rutte ha annunciato che non si sarebbe più ricandidato alla guida dell’esecutivo. La nomina a Segretario Generale della NATO era arrivata a fine giugno, da parte dei 32 Stati dell’Alleanza Atlantica. Alla fine si convinsero anche i Paesi più restii alla sua candidatura come Turchia, Ungheria e Romania.

La NATO da Stoltenberg a Rutte

A riportare al centro delle dinamiche internazionali la NATO è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia scattata nel febbraio 2022. L’Alleanza si è allargata a 32 Paesi membri, con gli ingressi di Svezia e Finlandia. Percorso tracciato anche per Kiev nonostante le tensioni che hanno portato all’invasione. Stoltenberg ha accelerato le politiche per raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil in spese per la difesa, diventato un obiettivo minimo. Con Rutte la linea non dovrebbe cambiare. Certo che a pesare sul futuro dell’Alleanza saranno le elezioni del prossimo autunno negli Stati Uniti tra il repubblicano Donald Trump e la democratica Kamala Harris.