Il conflitto in Medio Oriente
Cosa farà Israele dopo l’attacco iraniano: l’ipotesi di bombardamenti contro “siti strategici” nucleari e petroliferi
Esteri - di Carmine Di Niro
La domanda che dalla sera di martedì primo ottobre si fanno i principali leader internazionali è solo una: cosa farà Israele, come reagirà Benjamin Netanyahu all’attacco missilistico iraniano perpetrato sul suolo israeliano, in larghissima parte disinnescato dall’Iron Dome e dalla contraerea statunitense e giordana?
Israele verso un attacco ai siti strategici iraniani
Al di là dei richiami ad evitare una ulteriore escalation in Medio Oriente, non sfugge agli analisti che al momento il regime di Teheran, così come i suoi alleati nella regione, Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano, appare in difficoltà.
L’uccisione di Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas ammazzato mentre si trovava a Teheran, e di Hassan Nasrallah, il capo di Hezbollah morto nel pesante bombardamento avvenuto venerdì scorso a Beirut, privano il regime dell’Ayatollah Ali Khamenei dei suoi principali alleati, ma soprattutto i due gruppi dei loro leader storici.
Per questo, come scrive la rivista Politico, Netanyahu sembra convinto di avere “la possibilità unica di rimodellare il Medio Oriente”.
Dopo aver avviato una prima operazione via terra in Libano, seppur “limitata”, ora l’obiettivo sembra spostarsi sull’Iran. Le voci che si rincorrono da Tel Aviv è di una risposta dello stato ebraico all’attacco missilistico iraniano entro pochi giorni: l’obiettivo sarebbero i siti strategici del Paese sciita, dagli impianti petroliferi ai siti nucleari.
Secondo quanto riferito dal giornalista di Axios Barak Ravid, solitamente ben informato sulle mosse israeliane, nel mirino potrebbe esserci anche alcuni importanti leader politici o militari. Ravid ha anche scritto su Axios che la riunione dei ministri del governo israeliano che si occupano di sicurezza iniziata ieri sera è durata diverse ore e si è conclusa senza una decisione chiara su come rispondere all’attacco iraniano.
Le minacce iraniane
Mossa che potrebbe scatenare una nuova reazione di Teheran. Lo ha già chiarito apertamente il capo di Stato Maggiore dell’esercito iraniano, il generale Mohammad Bagheri: l’Iran colpirà “tutte le infrastrutture” di Israele se sarà attaccato in risposta ai suoi lanci di missili.
“Se il regime sionista, impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale, un’operazione come quella di questa sera (martedì) sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira”, ha detto il generale Bagheri alla televisione di stato iraniana.
Allo stesso tempo da Teheran dopo la “dimostrazione” di martedì sera è arrivato un passo indietro. Il Paese, tramite la Svezia, ha inviato un messaggio per Washington in cui si spiega che l’attacco missilistico contro Israele di ieri rientra nel diritto dell’Iran all’autodifesa, intimando alla Casa Bianca di non interferire.
“Uno scambio di messaggi non significa (l’esistenza) di accordi, e prima della risposta (dell’Iran alle azioni di Israele nella regione) non c’era stato alcuno scambio di messaggi. Dopo la risposta, è stato emesso un avvertimento alla Svezia, per trasmetterlo agli Stati Uniti, ed è stato detto che questo (attacco missilistico contro Israele) era il nostro diritto all’autodifesa, e non abbiamo intenzione di continuare. Abbiamo anche emesso un avvertimento agli Stati Uniti di farsi da parte e di non interferire”, ha detto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, citato dall’agenzia stampa Tasnim.
Gli attacchi a Gaza e in Libano
Ma in attesa di una mossa contro Teheran, Israele non ha fermato le sue operazioni militari nella regione.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Reuters nella notte almeno 60 persone palestinesi sono state uccise dagli attacchi di terra e dai bombardamenti dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza.
L’emittente radiofonica ufficiale dell’Autorità palestinese ha detto che 40 persone sono state uccise durante un raid dell’esercito israeliano nella città meridionale di Khan Yunis. Alcuni medici hanno detto a Reuters che nella città di Gaza i bombardamenti hanno ucciso almeno 22 persone che si erano rifugiate in una scuola.
Allo stesso modo mercoledì mattina l’esercito israeliano ha continuato a bombardare la periferia sud di Beirut, causando gravi danni. Il portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee ha diffuso un comunicato in cui ordina di fatto ai residenti di una ventina di paesini nel sud del Libano di “lasciare le vostre case immediatamente” e di andare a nord, oltre il fiume Awali. Ha aggiunto che l’esercito prevede di colpire ogni casa usata da Hezbollah come base militare o come deposito di armi.