Ritardi e disagi

Treni in ritardo: cos’è successo ieri a Roma, il chiodo che ha bloccato l’Italia e il caos trasporti

Revocato il contratto a una ditta privata. Malfunzionamenti anche nel sistema che avrebbe dovuto garantire l’elettricità in caso di guasti. La giornata da incubo

News - di Redazione Web

3 Ottobre 2024 alle 12:29

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FOTO DA LAPRESSE + TG1
FOTO DA LAPRESSE + TG1

Per due ore e più stop ai treni tra le stazioni di Roma Termini e Tiburtina. E quindi mezza Italia bloccata. Il caos di martedì 2 ottobre resterà nei ricordi di molti. Più di cento cancellazioni tra alta velocità, intercity e regionali, ritardi fino a quattro ore. Alcuni passeggeri bloccati nei vagoni fermi sulle tratte, proteste e disagi. E tutto per un chiodo. A spiegare la ragione del disastro è stato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, segretario della Lega e vice primo ministro. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno sollecitato un’informativa urgente del ministro, parte dell’opposizione invoca le dimissioni.

Trenitalia, la società che gestisce i treni, aveva fatto sapere che il blocco era stato causato da un guasto alla linea elettrica che alimenta il sistema che regola il traffico dei treni, stazioni incluse, nel nodo ferroviario di Roma. L’intera rete è andata in blocco nello stesso istante. È stata  avviata un’indagine interna. Da accertare anche perché non sia partito un avviso ai tecnici che sarebbero dovuti intervenire sul gruppo di continuità, la cui batteria è durata fino alle 6:20 dopo il guasto. Secondo alcuni tecnici intervistati da Repubblica, la segnalazione non sarebbe partita perché il cavo non sarebbe stato tranciato di netto dal chiodo. I tecnici RFI sono intervenuti sui gruppi elettrogeni, il sistema è stato riavviato dopo circa due ore. Al momento la colpa dell’accaduto è stata riversata tutta sul chiodo, su un operaio, su una ditta.

Quello di mercoledì però è stato l’ultimo guasto che negli ultimi mesi hanno interessato la rete ferroviaria italiana. L’amministratore delegato di Rfi, società del gruppo Fs che ha in carico l’infrastruttura ferroviaria, Gianpiero Strisciuglio era intervenuto: “È avvenuto un guasto raro che ha colpito la cabina elettrica che alimenta gli impianti di circolazione nei nodi di Roma. I nostri operai sono intervenuti prontamente e alle 8:30 è stata ripristinata la circolazione ma con ritardi importanti”. La tensione intorno all’accaduto è rimasta altissima. “Si è registrata l’ennesima giornata da incubo per chi si sposta in treno”, ha dichiarato il segretario Ivano Giacomelli.

Revocata ditta privata, Salvini: “Guasto causato da un chiodo”

Il leader del Carroccio ha riferito ieri che il guasto è stato causato da un chiodo piantato per errore in un cavo elettrico da un’azienda privata che stava eseguendo dei lavori. “Com’è possibile che mentre stiamo facendo opere avveniristiche, la TAV, il tunnel del Brennero, Termini si ferma perché un’azienda stanotte ha danneggiato un cavo a terra?”, aveva lamentato il ministro in un’intervista a un evento pubblico nel pomeriggio. Escluse da subito le ipotesi di attacco hacker o un’azione di sabotaggio.

 

Il TG1 ha pubblicato la foto della causa: un foro in una canalina che ha danneggiato la linea di alimentazione elettrica nel nodo di Roma. “Ho chiesto di capire di chi si tratti perché è inaccettabile quello che è accaduto. Voglio sapere chi è l’impresa, ne risponderà, e se qualcuno invece di intervenire subito è intervenuto tardi, non puoi rovinare la giornata a migliaia di italiani per un chiodo”. Prima conseguenza è stata la revoca del contratto a una ditta privata. “È stata sospesa qualsiasi attività – si legge in una nota del Mit – tra Rfi e la ditta intervenuta sulla tratta ferroviaria Parco Prenestino-Roma Termini, dove si è verificato un danno alla linea con conseguenze sulla circolazione dei treni. La firma è avvenuta in questi minuti, dopo le necessarie verifiche. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini aveva espresso fin da subito l’esigenza di verificare l’accaduto per accertare eventuali responsabilità e agire di conseguenza”.

Le condizioni per bonus e indennità per i biglietti

“In caso di ritardo all’arrivo dei treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca e del servizio Freccialink compreso tra i 30 e 59 minuti rispetto all’orario programmato – si legge alle condizioni di tutela dei passeggeri – Trenitalia riconosce un bonus pari al 25% del prezzo del biglietto che potrai utilizzare per i successivi acquisti. Per tutti i treni in caso di ritardo all’arrivo si ha diritto a una indennità per ritardo, in bonus o in denaro a scelta dell’utente, pari al 25% del prezzo del biglietto per un ritardo compreso tra 60 e 119 minuti e al 50% del prezzo del biglietto per un ritardo pari o superiore a 120 minuti”.

3 Ottobre 2024

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