Rischia il processo

Ferragni, chiuse le indagini per truffa per il caso Pandoro: per l’influencer “ingiusto profitto” da 2 milioni

Cronaca - di Redazione

4 Ottobre 2024 alle 12:26 - Ultimo agg. 4 Ottobre 2024 alle 12:45

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Ferragni, chiuse le indagini per truffa per il caso Pandoro: per l’influencer “ingiusto profitto” da 2 milioni

Un pandoro a dir poco indigesto per Chiara Ferragni. La Procura di Milano ha chiuso le indagini per truffa aggravata nei confronti dell’imprenditrice e influencer per le note vicende riguardanti l’iniziativa di beneficenza legata alla vendita del pandoro “Pink Christmas” di Balocco e dell’uovo di Pasqua Dolci Preziosi.

Chi sono gli indagati

Eugenio Fusco, procuratore aggiunto di Milano, ha depositato gli atti per Ferragni e per gli altri tre indagati: si tratta di Fabio Maria Damato, ex braccio destro dell’influcener, di Alessandra Balocco, rappresentante della società omonima, e per Francesco Cannillo, rappresentante di Cereitalia Dolciaria, proprietaria del marchio Dolci Preziosi.

Ora i quattro hanno venti giorni di tempo per farsi interrogare o depositare proprie memorie: al termine di questo periodo, se la Procura non dovesse decidere di archiviare, dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio dei quattro coinvolti nel caso.

Le accuse contro Ferragni

In particolare, nell’atto di chiusura firmato dall’aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli citato dall’agenzia AdnKronos, si contesta un “ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 1.075.000 euro più Iva. Ingiusto profitto conseguito da Balocco spa Industria Dolciaria e per il suo tramite anche dalla persona fisica, consistito nella vendita al pubblico di almeno 362.577 pandori ‘Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni’ mediante lesione della libertà contrattuale”.

“Tutti conseguivano, inoltre, – si legge nel provvedimento – profitto non patrimoniale derivante dal ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”. Per le altre due operazioni, invece, “ingiusto profitto conseguito dalle società Sisterhood srl e Fenice srl per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 400.000 euro più Iva. Ingiusto profitto conseguito da Cerealitalia-ID spa e per il suo tramite anche dalla persona fisica, pari a 5.665.177,24 conseguito mediante lesione della libertà contrattuale. Ingiusto profitto conseguito dalle società Tbs Crew srl e Fenice srl e per il loro tramite anche dalle persone fisiche, pari a 750.000 euro più Iva”.

Secondo le indagini, le campagne di comunicazione relative al Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni’, avrebbero “indotto in errore un numero imprecisato di acquirenti su tutto il territorio nazionale”. I magistrati evidenziano la “correlazione tra l’acquisto del prodotto e il contributo alla raccolta di fondi a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, procurandosi di conseguenza l’ingiusto profitto. Nel mirino anche la campagna promozionale relativa alla vendita delle uova di Pasqua il cui ricavato avrebbe contribuito a sostenere l’impresa sociale ‘I Bambini delle Fate’.In entrambi i casi sarebbero stati conseguiti ingiusti profitti “con l’aggravante di aver profittato di circostanze di luogo e persona tali da ostacolare la privata difesa, in considerazione delle modalità di veicolazione del messaggio e della diffusività della condotta”.

La difesa dell’influencer

Ferragni professa ottimismo sulla questione. “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima”, spiegano gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, legali dell’influencer, commentando la chiusura delle indagini.

Per i due infatti Ferragni avrebbe già risolto la questione davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: le due società della influencer hanno infatti versato una ingente somma.

di: Redazione - 4 Ottobre 2024

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