La piazza pro-Pal
Manifestazione pro-Palestina di Roma, in 7mila in piazza: cori e striscioni, poi gli scontri con la polizia
Il divieto della Questura di Roma, confermato dal Tar del Lazio, non ha fermato la piazza pro-Palestina che oggi si è radunata nella capitale per il corteo nazionale di piazzale Ostiense a 363 giorni dalla strage del 7 ottobre compiuta da Hamas in Israele.
Almeno settemila le persone in piazza, che hanno sfidato il divieto e il maltempo che si è abbattuto su Roma. Nella capitale centri sociali e collettivi studenteschi e universitari da tutta Italia, ma soprattutto le comunità palestinesi, a partire dai Giovani Palestinesi promotori della giornata.
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La piazza pro-Palestina
Tanti gli slogan contro Benjamin Netanyahu, il premier di Israele, ma anche contro Giorgia Meloni per il supporto italiano allo stato ebraico, così contro il “genocidio” in corso a Gaza contro la popolazione palestinese. Manifestanti che sono posizionati dietro lo striscione “Palestina e Libano uniti: fermiamo il genocidio con la resistenza”. Tra le tante bandiere palestinese esposte dai 7mila in piazza ve ne erano anche alcune di Hezbollah, il Partito di Dio libanese.
“È l’unica piazza che oggi parla di libertà. È la nostra parola d’ordine. Ci è stato detto che il divieto alla piazza era per garantire la pace, ma il divieto è arrivato perché noi vogliamo distruggere il regime della guerra”, le parole degli organizzatori della manifestazione vietata a Roma dalle autorità. “Oggi siamo tanti ma potremmo essere molti di più se questo non fosse uno stato fascista di polizia. Abbiamo decine di compagni fermati, bus sono stati rimandati indietro, controlli sui treni. Questo è uno stato fascista. Vergogna“, aggiungono. “Il popolo palestinese e il popolo libanese combattono da secoli per la loro libertà e noi non abbasseremo la nostra testa nonostante la repressione e il decreto sicurezza che vuole criminalizzare tutte le lotte”.
Gli scontri
Situazione pacifica fino alle 17, quando sono iniziate le prime tensioni con un gruppetto di incappucciati che si è portato alla testa della manifestaizone. Se nella mattinata erano state 1600 le persone controllate dalle forze dell’ordine, con 19 portate in Questura per valutare la loro posizione al fine dell’eventuale foglio di via, nel pomeriggio la situazione è cambiata.
Una parte dei presenti, con la manifestazione che nelle intenzioni delle forze dell’ordine doveva essere circoscritta e “chiusa” in via Ostiense, ha provato a far partire un corteo in direzione Porta Ardeatina.
Ne sono nati tafferugli e scontri con la polizia e la guardia di finanza: contro le camionette delle Fiamme Gialle sono state lanciati fumogeni, pali della segnaletica stradale, bombe carta e sassi da parte di un gruppetto di un centinaio di manifestanti incappucciati.
Il bilancio degli scontri
Le forze dell’ordine hanno risposto con gli idranti e cariche e durante la “guerriglia” tre ragazzi sono rimasti feriti: tra loro anche una ragazza e tutti avevano ferite alla testa con perdita di sangue. La larghissima parte dei presenti in realtà si è tenuta ben distante dagli scontri: molti partecipanti hanno infatti lasciato la piazza per non essere coinvolti.
Almeno cinque manifestanti, a quanto apprende l’Adnkronos, sono stati fermati durante gli scontri con la polizia a Roma in piazzale Ostiense. La loro posizione è al vaglio delle forze dell’ordine.
I feriti tra le forze dell’ordine, poliziotti e militari della Guardia di Finanza, sono 24: 20 gli appartenenti alla polizia, 4 i finanzieri. Nel corso dei controlli precedenti al corteo sono stati poi dati 38 fogli di via a persone provenienti da Varese, Livorno, Campobasso, Brindisi, Napoli, Salerno, Torino, Firenze, Milano, Perugia, Modena, Catania, Bari.