Sostanzialmente, a sinistra, nel cosiddetto Campo Largo, l’opposizione al governo di centrodestra della premier Giorgia Meloni: stanno perdendo tempo, tutti quanti. O almeno è questo il sentiment, come dicono gli espertoni, che emerge dal sondaggio SWG per il TgLa7 di Enrico Mentana. Dovrebbero unirsi, federarsi, superare le questioni personali tra i leader, che secondo la stessa indagine restano lo scoglio maggiore, e mettersi insieme. Gli orientamenti di voto sono chiari, il panorama impaludato: non si muove niente, Meloni sempre al vertice, imperturbabile, e il Partito Democratico che non riesce ad accorciare. La variazione percentuale è stata calcolata rispetto ai dati dell’indagine del 30 settembre scorso.
Che cosa pensano gli elettori del Campo Largo
Per il 67% degli intervistati le forze dell’opposizione dovrebbero Unirsi, “sacrificando alcune differenze per essere competitive con il centrodestra”. È staccato nettamente il 25% di chi invece crede che dovrebbero operare separatamente, “mantenendo ciascuna interamente la propria identità politica”. L’8 % non sa dare una risposta. Gli stessi intervistati hanno ben chiaro quello che allontana le forze dell’opposizione: per il 59% sono le divergenze personali dei leader. Seguono la visione sul conflitto russo-ucraino, al 35%, lavoro e politiche sociali al 29%, il modo di fare opposizione al governo, al 29%, la visione sul conflitto in Medio Oriente, al 21%.
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Sono le questioni private insomma a tenere ostaggio il Campo Largo secondo gli elettori anche se sottovalutare o non considerare le differenze politiche delle parti è una svista macroscopica. Per il 75% degli intervistati il Campo Largo non può fare a meno del Partito Democratico: e come potrebbe essere altrimenti considerati gli sforzi della segretaria Elly Schlein a federare l’opposizione. A seguire, e questa è una sorpresa, l’Alleanza Verdi-Sinistra, al 66%, e non il Movimento 5 Stelle. Le posizioni intransigenti di Conte mettono i pentastellati soltanto al 56%. A seguire +Europa, al 46%. Staccatissimi i leader moderati del centro, ex Terzo Polo imploso, Azione e Italia Viva, al 23% e al 18%.
Gli orientamenti di voto sui partiti italiani
Ancora in calo il Movimento 5 Stelle, dopo le tensioni interne tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte e i veti di quest’ultimo a Matteo Renzi che hanno fatto saltare la coalizione alle regionali in Liguria. Il prossimo appuntamento cui guardano tutti i partiti. I pentastellati perdono lo 0,4%, sono all’11,4%. Cresce della stessa variazione intanto Forza Italia, all’8,7%, sempre più ai ferri corti con l’alleato di governo, la Lega, che invece è all’8,5%.
Ai piani alti intanto è inscalfibile Fratelli d’Italia, al 29,5%, in calo dello 0,3%. Il Partito Democratico intanto sale dello stesso 0,3%, al 22,7%. L’Alleanza Verdi Sinistra intanto galleggia sul 6,9%. A seguire ancora il duetto Azione-Italia Viva, l’ex Terzo Polo imploso, ancora bene al di sotto della soglia che ha tagliato entrambi fuori dal Parlamento Europeo. Il partito di Carlo Calenda è al 2,8%, quello di Italia Viva al 2,2%. +Europa è all’1,9%, Sud chiama Nord è all’1,2%, Noi Moderati all’1,1%, Pace Terra Dignità all’1,1%. La voce generica “altre liste” raccoglie il 2%.
Non si esprime, a conferma degli altissimi tassi di astensione a ogni tornata elettorale, il 33% degli intervistati. I prossimi appuntamenti elettorali, quelli segnati sulle agende di tutti i politici, sono: Liguria il 27 e il 28 ottobre, Emilia Romagna e Umbria il 17 e il 18 novembre.