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Israele verso l’attacco in Iran, nel mirino le strutture militari: nel nord di Gaza 400mila persone intrappolate

President Joe Biden, right, talks with Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, left, in the Oval Office of the White House in Washington, Thursday, July 25, 2024. (AP Photo/Susan Walsh) Associated Press / LaPresse Only italy and Spain

President Joe Biden, right, talks with Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu, left, in the Oval Office of the White House in Washington, Thursday, July 25, 2024. (AP Photo/Susan Walsh) Associated Press / LaPresse Only italy and Spain

Israele è pronto a colpire l’Iran come risposta all’attacco missilistico del regime di Teheran dello scorso primo ottobre. Sarebbe questa, scrive il Times of Israel, la decisione presa in un lungo vertice notturno dal premier Benjamin Netanyahu: gli obiettivi sarebbero alcune strutture militari iraniane, scongiurando almeno per il momento l’ipotesi di bombardare anche i siti nucleari.

Anche di questo, probabilmente, Netanyahu ha discusso in un vertice telefonico con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, alla presenza anche della sua vice e candidata dei Democratici alla Casa Bianca Kamala Harris. L’ufficio del premier aveva reso noto che nel corso della serata vi sarebbe stata una telefonata con Biden, anticipata però di diverse ore e durato cinquanta minuti.

In una intervista al “The Late Show” di Stephen Colbert la vicepresidente Harris aveva sottolineato che gli Stati Uniti non devono perdere la speranza di un accordo su Gaza. “Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e del rilascio degli ostaggi il prima possibile. Questa guerra deve finire”, erano state le parole di Harris.

La trappola Striscia di Gaza

Sul fronte di guerra, ormai diviso in due tra Libano a nord e Gaza a sud, continuano ad arrivare notizie preoccupanti.

Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha denunciato su X che almeno 400mila persone sono intrappolate nel nord della Striscia di Gaza ed i recenti ordini di evacuazione delle autorità israeliane stanno costringendo le persone a fuggire ancora, soprattutto dal campo di Jabalya già sottoposto a pesanti bombardamenti.

Lazzarini sottolinea che “rifugi e servizi sono costretti a chiudere. Alcuni per la prima volta dall’inizio della guerra”. “Con la quasi totale assenza di beni di prima necessità, la fame si sta diffondendo e aggravando – prosegue il messaggio -. Questa recente operazione militare minaccia anche l’attuazione della seconda fase della campagna di vaccinazione antipolio per i bambini. I bambini sono, come sempre, i primi e i più colpiti. Meritano molto di più, meritano un ‘#CeasefireNOW’ (cessate il fuoco adesso), meritano un futuro”.

Ordine di evacuazione degli ospedali

Non solo. Dopo le evacuazioni, diversi ospedali nel nord della Striscia di Gaza hanno ricevuto l’ordine di chiusura da parte dell’esercito israeliano: tra questi il Kamal Adwan, l’Indonesian e l’Al-Awda.

A segnalarlo diverse associazioni tra cui Medici Senza Frontiere, il cui staff nel nord di Gaza ha dichiarato che l’avvertimento di andare via è arrivato senza alcun preavviso. L’ong “Al Mezan Center for Human Right”s ha descritto la situazione come “deja vu”, sottolineando: “Conosciamo tutti gli orrori che seguono tali ordini”.