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Giorgio Armani: “Versace? Si divertiva, Valentino? Carino, D&G due furbacchioni, Prada vive nel suo mondo”

Designer Giorgio Armani accepts applause at the end of the Emporio Armani men’s Spring Summer 2024 collection presented in Milan, Italy, Saturday, June 17, 2023. (AP Photo/Luca Bruno)

Designer Giorgio Armani accepts applause at the end of the Emporio Armani men's Spring Summer 2024 collection presented in Milan, Italy, Saturday, June 17, 2023. (AP Photo/Luca Bruno)

Giorgio Armani immagina in futuro un progetto, una specie di struttura che chi lo seguirà dovrà seguire. Si è raccontato a tutto campo in un’intervista a Il Corriere della Sera. Ha 90 anni. Voleva fare il pittore o il regista ma è diventato stilista e imprenditore della moda tra i più celebrati al mondo. “Io il sabato e la domenica sono un uomo disperato. È meglio non starmi vicino, perché il fare nulla mi disturba moltissimo, e quindi cerco disperatamente qualcosa da fare”.

Dopo essersi trasferito a Milano nel dopoguerra, da Piacenza dove aveva vissuto il fascismo e gli anni della guerra, lavorò in Rinascente fu assunto da Nino Cerruti per il marchio Hitman. Con Sergio Galeotti fondò la sua azienda nel 1975: si erano incontrati in Versilia, Galeotti divenne suo compagno. Fu lui a spingerlo a fare qualcosa di suo, è morto nel 1985 a 40 anni. “Quando morì Sergio, morì una parte di me. Devo dire che mi complimento un po’ con me stesso, perché ho retto a un dolore fortissimo. Un anno tra un ospedale e l’altro, io per non ferirlo ho continuato a lavorare, gli portavo le foto delle sfilate, negli ultimi tempi vedevo le lacrime ai suoi occhi”, ha raccontato. “Un anno di attesa perché Sergio morisse. E tutto accadde in un tempo meraviglioso, quando stavamo cominciando a essere qualcuno, a dare una struttura all’azienda, a essere conosciuti nel mondo. Era il momento in cui prendevo fiducia in me stesso; e mi è arrivata questa tegola sulla testa”.

Da anni vive con Leo Dell’Orco, suo braccio destro. Pensa ad almeno altri due o tre anni come responsabile davanti. Ha creato uno standard: Richard Gere nel film American Gigolo come simbolo degli anni ’80. Ha definito il mondo della moda come molto chiuso, con la paura di esporre le proprie idee. Con Gianni Versace un rapporto “distaccato”, non parlavano di moda, “vivevamo  in mondi separati”, l’altro “credo avesse deciso di divertirsi”. Con Valentino un “rapporto piacevole, perché è una persona molto carina”. Dolce&Gabbana “due furbacchioni” cui vuole bene. Miuccia Prada vive “nel mondo di Miuccia Prada più che nel mondo vero”. Alessandro Michele “sta cercando una strada che sia la sua”.

Passaggi anche sulle protagoniste della politica, di questo blando bipolarismo. La premier Giorgia Meloni: “Non l’ho capita. A volte mi dà fiducia, a volte mi lascia perplesso. Parla, parla; ma deve costruire un po’ di più”. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein invece è “interessante, mi piace”. E Milano a volte non la riconosce: “Mi piace come la stanno rimettendo a posto, le case restaurate, ma non mi piace la gente che ci gira”.