Aveva 83 anni

Chi era Antonio Skármeta: è morto lo scrittore de “Il Postino di Neruda”, il romanzo che ispirò Massimo Troisi

Divenne famoso in tutto il mondo con il romanzo che ispirò il film di Troisi. Dopo il golpe di Pinochet lasciò il Cile, le sue opere sono state tradotte in oltre 30 lingue

News - di Redazione Web

16 Ottobre 2024 alle 11:45

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Foto Cosima Scavolini/Lapresse 15-06-2011 Roma Cultura Confernza stampa per l’ottava serata del Festival Internazionale delle Letterature Nella foto lo scrittore Antonio Skarmeta Photo Cosima Scavolini/Lapresse 15-06-2011 Rome Culture Press conference for the eight evening of Festival Internazionale delle Letterature In the photo writer Antonio Skarmeta
Foto Cosima Scavolini/Lapresse 15-06-2011 Roma Cultura Confernza stampa per l’ottava serata del Festival Internazionale delle Letterature Nella foto lo scrittore Antonio Skarmeta Photo Cosima Scavolini/Lapresse 15-06-2011 Rome Culture Press conference for the eight evening of Festival Internazionale delle Letterature In the photo writer Antonio Skarmeta

Fu Massimo Troisi stesso a prendere quel libro e a portarlo a Michael Radford. Chiese al regista di dirigerlo e il film fu candidato ai Premi Oscar in cinque categorie, vinse una statuetta per la miglior colonna sonora di Luis Bacalov. Antonio Skármeta è morto a 83 anni. Lo scrittore cileno era noto in Italia soprattutto per aver scritto Il postino di Neruda, il romanzo dal quale venne tratto l’ultimo film di Massimo Troisi, uscito nel 1994. A dare la notizia della morte l’Universidad de Chile di Santiago, l’università presso la quale lo scrittore si era laureato in filosofia e dove aveva insegnato per anni.

Skármeta Vrancic era nato nel novembre del 1940 ad Antofagasta, in Cile. I genitori erano emigrati dalla Croazia. Fu traduttore, oltre che scrittore, di autori come Francis Scott Fitzgerald e Jack Kerouac. Pubblicò il suo primo libro nel 1967, El entusiasmo. Quando l’11 settembre del 1973 il golpe del generale Augusto Pinochet depose con la forza il presidente democraticamente eletto Salvador Allende, lo scrittore si trasferì prima in Argentina e quindi in Europa, soprattutto in Germania. In esilio, nel 1975, scrisse Soñé que la nieve ardía, ispirata al golpe.

Il postino di Neruda – Ardiente Paciencia, in Italia edito da Garzanti, venne pubblicato nel 1985. Skármeta tornò in Cile soltanto nel 1989, da scrittore già molto conosciuto e tradotto in oltre venti lingue. Divenne ambasciatore, tra il 2000 e il 2003, lavorò anche in Germania come diplomatico del Cile. L’Università del Cile ha ricordato “la carriera ispiratrice che ha favorito la lettura e l’amore per i libri”. Il Senato ha interrotto una seduta per ricordare lo scrittore con un minuto di silenzio. Il Presidente Gabriel Boric lo ha ringraziato sui social “per i racconti, i romanzi e il teatro. Per l’impegno politico (…) Per aver sognato che la neve bruciasse nel Cile”, citando il titolo della sua opera.

Skármeta ha ricevuto numerosi premi in tutto il mondo, tra cui il Prix Médicis in Francia, il Goethe in Germania, e il Grinzane Cavour in Italia, fino al Premio Nazionale di Letteratura del Cile alla carriera nel 2014, il Premio Internazionale Ennio Flaiano in Italia e il Premio Planeta in Spagna.

La storia del film “Il postino”

A regalare una copia a Massimo Troisi del romanzo di Skármeta fu Nathalie Caldonazzo, showgirl e modella sua compagna all’inizio degli anni Novanta. Catturato dall’opera, ne comprò subito i diritti cinematografici. Aveva 41 anni. Scrisse la sceneggiatura con Anna Pavignano, Furio e Giacomo Scarpelli e Radford. Interpretò il protagonista, il postino Mario Ruoppolo, incaricato di portare la posta all’unica persona che riceve corrispondenza sulla Isla Negra.

Dopo una nuova operazione al cuore a Houston, in Texas, i medici gli consigliarono di ricorrere a un trapianto di cuore. Troisi decise di posticipare l’intervento per finire di girare Il Postino. Aveva finito 12 ore prima di girare le ultime scene del film. Le sue condizioni erano peggiorate durante le riprese, riusciva a girare poche scene al giorno e per pochi minuti, soprattutto da seduto. Per alcune scene fu usata una controfigura.

Troisi morì a causa di un attacco cardiaco nel sonno, aveva pranzato a casa della sorella a Ostia prima di mettersi a riposare. La sorella gli chiese se volesse il caffé. “No, grazie, m’ ‘o piglio quanno me sceto”Secondo quanto riporta L’Unità del 5 giugno 1994, ad accorgersi che qualcosa non andava fu il cognato, che non riusciva a svegliarlo. Fu chiamata un’ambulanza, dapprima senza medico. Quando arrivò sul posto un’unità mobile di rianimazione, purtroppo già non c’era più niente da fare. Troisi non vide mai il suo ultimo film. Il postino di Neruda è stato adattato più volte, tre al cinema, l’ultima nel 2022 in una produzione cilena su Netflix.

16 Ottobre 2024

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