X

Procura di Catania, Ardita non passa: tra veti e giochi delle correnti eletto Curcio

Photo credits: Sergio Oliverio/Imagoeconomica

Clima incandescente alla procura di Catania, ufficio giudiziario fondamentale nelle indagini contro il crimine organizzato e per la delicata competenza sui magistrati di Caltanissetta, oggi tornati alla ribalta per le intercettazioni tra Gioacchino Natoli e Roberto Scarpinato.

Per capire i motivi bisogna tornare a luglio dello scorso anno, quando l’allora procuratore Carmelo Zuccaro, quello delle indagini sulle Ong, viene trasferito in Procura generale. In attesa della nomina del nuovo procuratore, Zuccaro – dopo un formale interpello – designa quale vicario e reggente l’aggiunto Agata Santonocito, la più giovane tra quelli in servizio. Questa designazione viene contestata da alcuni degli altri procuratori aggiunti e la competente Commissione del Csm, presieduta dal pm catanese Marco Bisogni, senza entrare nel merito, stabilisce che non sussistono elementi per cassarla alla luce delle norme vigenti che si riserva di rivedere. Nel frattempo, presentano domanda gli aggiunti catanesi Francesco Puleio, in quel momento il più anziano in servizio, Ignazio Fonzo e Sebastiano Ardita.

All’ultimo momento utile arriva anche la domanda del procuratore di Potenza, Francesco Curcio, che lascia tutti perplessi, in quanto non ha mai lavorato in Sicilia e non ha mai svolto indagini sulle organizzazioni criminali catanesi. Il Csm decide allora di prendere tempo e dopo lunghe trattative (ed alcuni articoli di stampa mirati ad affossare alcuni dei candidati), il 23 maggio scorso propone inaspettatamente sia Curcio che Puleio con 3 voti ciascuno e, il successivo 17 luglio, con una risicata maggioranza di 13 voti a 12, nomina il primo procuratore di Catania. Quel giorno non tutto fila liscio. Esplode infatti il caso della consigliera del Csm, Rosanna Natoli, che, stando alla sua denuncia, afferma che poco prima del voto le fosse stato impedito di partecipare, ben sapendo che si sarebbe espressa per Puleio.

Durante il voto si registrano poi le astensioni di alcuni consiglieri laici e l’assenza del magistrato palermitano Dario Scaletta (che secondo le previsioni avrebbe dovuto votare Puleio, essendo egli di Magistratura indipendente, la corrente che si era spesa per quest’ultimo). Bisogni, per la cronaca, vota Curcio, pur essendo della sinistra giudiziaria, e non Puleio, esponente di Unicost catanese e quindi della sua stessa corrente.  Natoli, sospesa il mese scorso dalle funzioni, ha preannunciato querele e ricorsi al Tar. I ben informati sostengono che nel mirino possa entrare anche una delibera del 19 aprile del 2023, con cui venne trasferita al Tribunale di Roma la moglie di Bisogni, il quale non si era astenuto dal votarla.

Puleio, Ardita e Fonzo hanno subito proposto ricorso contro la nomina, anche per le ragioni prospettate da Natoli, di Curcio. Lo scorso 9 ottobre, con un tempismo encomiabile, il Csm ha nominato Puleio procuratore di Ragusa, neutralizzando il suo ricorso. E Curcio? La pubblicazione della sua nomina è ancora ferma al ministero della Giustizia. I maligni dicono per quanto denunciato da Natoli.