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Quei 13 dipendenti Onu detenuti in Yemen

Fonte: LaPresse

Soldati dell’Onu sotto attacco in Libano e missione Unifil a rischio. Ma non solo. Nei giorni in cui si parla della sicurezza dei caschi blu messa a rischio dalla guerra tra Israele ed Hezbollah, c’è un’altra questione relativa al personale militare e civile delle Nazioni Unite, presente in un paese del Medio Oriente: lo Yemen. Infatti, lo scorso 7 giugno, gli Houthi hanno arrestato e portato arbitrariamente in carcere 13 dipendenti Onu (di cui sei dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti umani, mentre gli altri lavorano per l’Ufficio dell’inviato speciale, l’Unicef, il Programma alimentare mondiale e l’Unesco), 50 membri di Ong (tra cui Mayyun, Save the Children e Care) e un dipendente di un’ambasciata.

13 dipendenti Onu nelle mani degli Houthi

Da allora non si hanno avuto più notizie di queste persone, non sono stati resi pubblici i motivi della loro detenzione e non sono state rese note le loro condizioni di salute. Secondo Human Rights Watch, “le autorità Houthi non hanno rivelato l’ubicazione delle persone detenute né hanno permesso loro di comunicare con i loro datori di lavoro o le loro famiglie“. Lo scorso 13 giugno, l’ambasciatrice Barbara Woodward, rappresentante permanente del Regno Unito presso le Nazioni Unite, fece un appello in rappresentanza di altri 40 paesi, condannando le azioni del gruppo ribelle terrorista finanziato dall’Iran:

L’appello e la condanna delle Nazioni Unite

Condanniamo fermamente le ultime detenzioni da parte degli Houthi, dal 7 giugno, di personale delle Nazioni Unite e di personale che lavora o ha lavorato in precedenza per organizzazioni non governative internazionali e nazionali e missioni diplomatiche. Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti coloro che sono detenuti e sollecitiamo gli Houthi a garantire la sicurezza e l’incolumità del personale umanitario e delle Nazioni Unite. Siamo profondamente preoccupati per il significativo e rapido deterioramento della situazione umanitaria nello Yemen e sottolineiamo che è essenziale che gli attori umanitari abbiano libero accesso alle popolazioni civili. Siamo anche profondamente preoccupati per il rischio di fornitura di assistenza umanitaria essenziale e ribadiamo il nostro appello a rispettare il diritto internazionale umanitario per quanto riguarda l’accesso sicuro, rapido e senza ostacoli per tutti gli attori umanitari per garantire che l’assistenza umanitaria possa raggiungere i più vulnerabili nello Yemen. Riaffermiamo il nostro forte impegno per l’unità, la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dello Yemen e il nostro impegno a sostenere il popolo dello Yemen“.

Nessuna risposta dallo Yemen

Ad oggi, dopo quattro mesi, la situazione non ha avuto alcuna svolta. Anzi, pare che le autorità degli Houthi abbiano avviato dei procedimenti penali nei confronti delle persone detenute. Questo ha destato molta preoccupazione da parte della Comunità Internazionale. Ecco la nota congiunta firmata dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk e il direttore esecutivo di Oxfam International Amitabh Behar: “Siamo estremamente preoccupati per le notizie secondo cui il governo de facto degli Houthi avrebbe avviato procedimenti penali contro un numero significativo di colleghi che sono stati detenuti arbitrariamente“. In merito, gli Houthi, non hanno rilasciato alcun commento.