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Cos’è il pensiero solare: l’ultimo discorso del ministro Giuli dopo “l’infosfera globale”, la sentenza social: “Altra supercazzola”

Italian Minister of Culture, Alessandro Giuli, delivers a speech during the opening ceremony of the Frankfurter Buchmesse (Book Fair) in Frankfurt, Germany, Tuesday, Oct. 15, 2024. (Andreas Arnold/dpa via AP)

Lo ha detto Maurizio Crozza, che al ministero della Cultura dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano è arrivato un altro inquilino comunque ispirato e talentuoso. Almeno per le sue imitazioni. A pochi giorni dal discorso sulla “rivoluzione permanente dellinfosfera globale” alle commissioni Cultura di Camera e Senato, Alessandro Giuli lo ha fatto di nuovo: questa volta alla Fiera del Libro di Francoforte, alla Buchmesse, dove l’Italia è Ospite d’Onore. Questa volta ha bucato lo schermo dei social con un “pensiero solare” che ha sollecitato la curiosità di molti e suscitato l’ilarità di tutti.

Arrivato al ministero della Cultura dopo il caso Boccia-Sangiuliano, che aveva portato alle dimissioni del predecessore, Giuli era stato presentato con gli estratti dalle sue trasmissioni in cui si bagnava in fiumi sacri, suonava flauti antichi, accarezzava serpenti. Alla prima occasione buona ha piazzato il viralissimo discorso sull’“infosfera globale” che da molti è stato bollato come una “supercazzola”. Appena pochi giorni e ha servito il bis con il discorso del “pensiero solare” in Germania. I discorsi di Giuli stanno già diventando un genere letterario.

Il discorso sul “pensiero solare” alla Fiera di Francoforte di Giuli

“Posso dire che siamo qui per riaffermare la centralità di quel che si può chiamare pensiero solare – ha detto Giuli con voce ferma – il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo. La luce tanto cara alla tradizione estetica tedesca, quella luce in cui la nostra filosofia del limite rende compatibili e feconde le parole Giustizia e Libertà. La cultura è la nostra religione universale civile – a questo punto scatta un applauso della sala, forse a celebrare l’unico passaggio chiaro del discorso – affamarla è un atto di empietà”.

“E dunque auspichiamo tutti noi che un po’ di illuminismo illumini la mente di tutti coloro che sono chiamati, al momento della scelta, e di come indirizzare i soldi della cosa pubblica, comportarsi dei beni culturali. Se sul piano semantico cultura è civiltà, sul piano delle relazioni di fatto cultura è comprensione dell’altro, dialogo fra identità plurali e dinamiche attraverso l’esercizio dell’intelligenza critica, ma senza l’ombra di pregiudizi. Su questo territorio dai confini mobili gli italiani si trovano a proprio agio”.

“Noi come italiani siamo eredi di un pensiero universalistico che dall’antica Roma a oggi passando per l’umanesimo rinascimentale ha sempre mirato alla centralità della persona consentendo al nostro sguardo di oltrepassare i confini nazionali senza rinunciare alla centralità dell’idea di Stato Nazionale ma superando la boria delle Nazioni e la boria dei dotti secondo la lezione di Gianbattista Vico convinti come siamo che non esistano forme immutabili, cristallizzate, definitive, di assetti politici civili”.

Che cos’è il pensiero solare

Forse un riferimento in qualche modo o in qualche misura a La Città del Sole di Tommaso Campanella, una repubblica strutturata sulla comunanza di beni, donne, divisione del lavoro e alleggerimento dello stesso tramite ausili tecnici, la regolamentazione delle unioni sessuali e delle nascite seguendo criteri scientifici e astrologici. Ma più probabilmente no: più probabilmente un’invenzione dello stesso ministro, qualcosa a fare da ponte tra la filosofia del mondo mediterraneo e le scuole tedesche. Forse.

Che cosa rappresenterebbe questo fantomatico pensiero solare dunque? Il “punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee, che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo” dove l’area geografica assume un aspetto quasi esotico rispetto alla Germania della fiera in corso”. In un altro passaggio il riferimento alla “lezione di Gianbattista Vico convinti come siamo che non esistano forme immutabili, cristallizzate, definitive, di assetti politici civili”.

Forse c’è poco da ridere. “Immergendosi in ridondanti immagini metaforiche – scriveva Michele Prospero su L’Unità – , civettando finanche con il lessico hegeliano, il responsabile della Cultura intendeva conferire un’apparenza di profondità all’eloquio. E però, alleggerito dalla leziosità sintattica e dagli orpelli retorici adagiati con una certa pesantezza, il dispositivo sonoro ha svelato per converso una povertà nel significato del messaggio”. Inutile dire che il passaggio è diventato già protagonista assoluto sui social tra battute e meme.