La proiezione di Io Capitano alla Camera
L’accusa di Matteo Garrone: “La politica non fa nulla per i migranti”
Il film, che a Venezia ha vinto il Leone d’argento alla regia e il Premio Marcello Mastroianni all’attore protagonista per Seydou Sarr, narra le storie di Seydou e Moussa, due adolescenti senegalesi che lasciano Dakar per raggiungere l’Italia e sfuggire alla miseria.
Cinema - di Redazione Web
“Almeno siamo onesti, speriamo che loro facciano qualcosa, la politica non ha fatto niente”. Parole nette, quelle usate dal regista Matteo Garrone, al termine della proiezione di Io capitano alla Camera, di fronte a una platea di giovanissimi. Il film, che a Venezia ha vinto il Leone d’argento alla regia e il Premio Marcello Mastroianni all’attore protagonista per Seydou Sarr, narra le storie di Seydou e Moussa, due adolescenti senegalesi che lasciano Dakar per raggiungere l’Italia e sfuggire alla miseria.
A ispirare Garrone la vicenda reale di Kouassi Pli Adama Mamadou, presente oggi a Montecitorio: “La Libia – afferma – è un Paese mai stabile, ma preso come un Paese sicuro in cui ancora oggi muoiono delle persone. Io sono stato venduto in Libia, sono testimone diretto di un’esperienza che voglio portare a conoscenza della politica italiana ed europea. In Italia – racconta il mediatore interculturale – ho poi dovuto attendere cinque anni per ottenere un permesso di soggiorno: molti diventano invisibili, sfruttati. Quindi è importante che la politica abbia il coraggio di cambiare una legge come la Bossi-Fini, che ancora oggi fa danni, con migliaia di morti in mare. È il momento che la politica si prenda le sue responsabilità, sia a livello nazionale che internazionale”.
A rappresentare la politica Anna Ascani, vicepresidente della Camera: “È importante che entri qui alla Camera questa storia, ispirata alla storia vera di chi ha lasciato il proprio Paese cercando un futuro migliore in Europa: è quello che accade a migliaia di persone anche oggi, che fatichiamo a considerarle tali parlando di numeri, problemi, emergenze. Questo film invece ci aiuta a vedere le loro storie, anche con gli occhi dei ragazzi che per la prima volta erano qui a vederlo”. “È importante – aggiunge la parlamentare dem – che un film così entri in questo luogo, perché è qui che le cose possono cambiare, e questo accadrà quando cambieremo lo sguardo su queste storie. Vedere i ragazzi commossi alla fine del film è stato un bellissimo regalo per tutti”.
Secondo Ascani, “continuiamo a parlare di numeri, emergenze, non capendo che invece il fenomeno delle migrazioni deve essere governato con responsabilità, partendo dall’umanità e dalla dignità delle persone, dalle storie che il film racconta, con troppi che muoiono in quel cimitero all’aria aperta che è diventato il mar Mediterraneo, un dramma che va fermato e non un disturbo da cui liberarsi, come spesso il fenomeno viene trattato nel nostro dibattito pubblico”.