In attesa del Senato

Ddl sicurezza, penalisti in sciopero

Si ingrossano così le fila degli oppositori a questo ddl, che, se passerà anche al Senato, andrà a modificare il codice penale, aggiungendo nuovi reati, estendendo le aggravanti e ampliando le pene previste per reati già esistenti.

Giustizia - di Redazione Web

18 Ottobre 2024 alle 15:00

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Foto Roberto Monaldo / LaPresse
Foto Roberto Monaldo / LaPresse

L’Unione delle Camere penali indice uno sciopero di tre giorni contro il pacchetto sicurezza, composto – secondo quanto si legge dal comunicato – da “una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi ed ai danni dei soggetti più deboli, caratterizzandosi per l’introduzione di una iniqua scala valoriale, in relazione alla quale taluni beni risultano meritevoli di maggior tutela rispetto ad altri di eguale natura, in violazione del principio di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità”.

Le modifiche proposte dal ddl 1660

Si ingrossano così le fila degli oppositori a questo ddl, che, se passerà anche al Senato (in cui è in discussione in questi giorni), andrà a modificare il codice penale, aggiungendo nuovi reati, estendendo le aggravanti e ampliando le pene previste per reati già esistenti. Un disegno di legge che, invece di riformare in senso liberale la giustizia – che di riforme avrebbe tanto bisogno – la inasprisce. È così che gli avvocati delle Camere penali hanno indetto uno sciopero di tre giorni e una manifestazione a livello nazionale per il 5 novembre. “L’Unione, preso atto che, nonostante le sollecitazioni da parte dell’avvocatura, gli incontri con il ministro della Giustizia e le audizioni davanti alle Commissioni parlamentari, il ddl 1660 prosegue il suo iter di approvazione al Senato, delibera l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 4, 5 e 6 novembre 2024, indicendo per il 5 novembre 2024, alle ore 10, una manifestazione nazionale da tenersi in Roma presso il Centro congressi Fontana di Trevi”.

Allegata alla comunicazione di sciopero, anche l’invito per “l’Avvocatura e l’Accademia per un confronto sui temi imposti dall’iniziativa normativa, al fine di sollecitare il Parlamento ad adottare tutte le opportune modifiche alle norme del pacchetto sicurezza in senso conforme alla Costituzione ed ai principi del diritto penale liberale, sensibilizzando l’opinione pubblica sul pericolo che simili legislazioni securitarie e illiberali possano incidere irreversibilmente sulla tenuta democratica dell’intero sistema penale”. L’avvocatura scende in piazza, insieme a quei cittadini che qualche settimana fa sventolavano il cartello “Repressione non è protezione”. Contro un decreto anticostituzionale che il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, ha definito come “il più grande e pericoloso attacco alla libertà di protesta nella storia repubblicana”.

L’impatto del ddl sulla libertà di protesta

Divieto di protesta pacifica o di resistenza passiva in carcere, aggravante di pena per chi si oppone alla costruzione di opere pubbliche e per chi occupa immobili. Un disegno di legge di cui i destinatari sembrano già chiari: gli stranieri, i detenuti, i poveri e gli attivisti contro le grandi opere o contro il cambiamento climatico. Una legge, che se passerà al Senato, andrà a minare in maniera generalizzata il diritto di protesta, sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione.

18 Ottobre 2024

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