A Gaza
Dove sono gli ostaggi israeliani, la speranza dopo il ritrovamento della mappa dei tunnel di Hamas
Il documento sarebbe stato trovato dall'esercito israeliano nella giacca indossata da Sinwar
Esteri - di Redazione Web
Un articolo pubblicato sul blog di Nicola Porro ha rivelato che in una tasca del giubbotto che indossava Sinwar quando è stato ucciso, è stata trovata la mappa dei tunnel realizzati da Hamas a Gaza. Pare che nel documento i soldati dell’Idf abbiano individuato sia i tunnel già noti che quelli sconosciuti. Questo avrebbe acceso la speranza tra le file dell’esercito israeliano e dell’opinione pubblica israeliana, per il ritrovamento degli ultimi ostaggi. Questo è ancora uno degli obiettivi dello Stato Ebraico all’interno di quella che è diventata l’ultima delle guerre che ha infiammato il Medio Oriente. Un’altra delle ipotesi apparse sui media arabi e israeliani è che il corpo di Yahya Sinwar potrebbe essere utilizzato come “merce di scambio” in cambio proprio del rilascio degli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza.
Dove sono gli ostaggi israeliani
I resti della ‘mente’ dell’attacco del 7 ottobre 2023 sono attualmente detenuti in una località segreta in Israele, secondo quanto riportato dai media locali, dopo essere stato ucciso mercoledì scordo dalle forze israeliane nella Gaza meridionale. Due fonti hanno detto alla Cnn che ottenere il rilascio degli ostaggi sarebbe probabilmente la priorità di Israele nel decidere come sfruttare i resti dell’uomo. Più di 100 ostaggi presi durante gli attacchi guidati da Hamas rimangono prigionieri a Gaza. Le autorità israeliane stanno attualmente valutando come “creare rapidamente pressione” su Hamas affinché li lasci andare, ha detto una fonte israeliana. “Se Hamas vuole scambiare i suoi resti con israeliani, vivi o morti, allora va bene“, ha affermato. Uno scambio di ostaggi è probabilmente l’unico modo in cui i resti di Sinwar torneranno a Gaza, ha detto la fonte israeliana, “altrimenti non lo consegneranno“.
- Cosa cambia con la morte di Sinwar: Netanyahu vuole solo la guerra
- Intervista ad Angelo Bolaffi: “La Germania nata dalla colpa di Auschwitz sarà sempre accanto a Israele”
- Com’è la villa a Cesarea del premier israeliano Benjamin Netanyahu: il colonnato, la piscina e il parco
- Drone di Hezbollah su Cesarea, colpita la residenza di Netanyahu
La mappa dei tunnel di Hamas a Gaza
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog hanno tenuto un incontro sulla sicurezza venerdì sulla “finestra di opportunità significativa” che l’uccisione di Sinwar presenta per il ritorno degli ostaggi, ha affermato l’ufficio di Herzog in una dichiarazione. Nelle osservazioni di giovedì, Netanyahu ha anche invitato i membri di Hamas che tengono ancora ostaggi israeliani a deporre le armi e a restituire i prigionieri, affermando che chiunque lo faccia sarà autorizzato a “uscire e vivere“. Secondo pareri concordanti di analisti, la morte di Yahya Sinwar porta alla frammentazione senza precedenti della gerarchia di Hamas che complica ulteriormente i negoziati per il rilascio degli ostaggi. C’è attesa e incertezza sulla nuova leadership che verrà nominata in sostituzione del leader temuto e intransigente, considerato un ostacolo frontale a un accordo sugli ostaggi.
Strategia e negoziati
Ha spiegato David Khalfa, autore di “Israele-Palestina, anno zero“, ricercatore presso la Fondazione Jean-Jaures: “Oggi Hamas non è più una milizia, con signori della guerra locali che mantengono legami con reti mafiose, comprese famiglie che apparentemente hanno ostaggi“, afferma l’esperto. Questa nuova situazione “sarà un vero problema per israeliani e americani. Più che a un accordo globale sugli ostaggi, probabilmente punteranno a rilasci frammentari, offrendo ai signori della guerra l’immunità e la possibilià di lasciare Gaza” per rifugiarsi in Turchia, Iran o Qatar.
Il futuro di Hamas
Gli osservatori non escludono nemmeno il rischio dell’esecuzione degli ostaggi. Per vendetta dopo la morte del leader, oppure perché i rapitori credono di non poterli più monetizzare. Nel vuoto di potere in cui è immerso il gruppo islamico, “gli ostaggi potrebbero essere lasciati a se stessi e riuscire a scappare“, ha affermato Karim Mezran, esperto della regione presso il Consiglio Atlantico. Ma “esiste anche il timore che i dirigenti intermedi di Hamas siano tentati di eliminarli per proteggere la propria identità e sfuggire a possibili ritorsioni“.
Il governo israeliano
Ad ogni modo, la pressione sulle spalle del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è enorme. Tuttavia il governo israeliano non è disposto a rilasciare gli ostaggi a ogni costo. Non dovrebbe ripetersi il precedente della liberazione nel 2011 di mille detenuti palestinesi – tra cui lo stesso Sinwar – in cambio del soldato Gilad Shalit, ostaggio di Hamas per cinque anni, poiché il prezzo pagato è stato troppo alto. Israele ha affidato i negoziati ai suoi servizi segreti, con l’aiuto dei soliti partner: Stati Uniti, Qatar ed Egitto. Il loro compito non sarà più semplice di prima, anzi.