Al complotto, alla cospirazione. Governo Meloni e destra, tutti insieme, gridano. La stessa premier al suo segnale ha scatenato l’inferno pubblicando sui social lo stralcio di una mail scritta dal giudice Marco Patarnello e indirizzata ai suoi colleghi, comparsa sulla mailing list dell’Associazione Nazionale Magistrati. “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione”, il passaggio pubblicato da Giorgia Meloni sui social. “Così un esponente di Magistratura Democratica”. Bufera, panico, putiferio: destra che grida alla magistratura “politicizzata” e in opposizione a Palazzo Chigi che però omette di pubblicare la restante parte della mail.
“Non dobbiamo fare opposizione politica, ma difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini e un giudice indipendente. Senza timidezze”, continuava ancora Patarnello. Passaggio omesso, stralciato dalla maggioranza e dal suo entourage mediatico. E casualmente a pochi giorni dal clamoroso flop del primo trasferimento di migranti in Albania in virtù dell’accordo Tirana-Roma: sedici in tutto, prima in quattro rispediti indietro per motivi di età e di salute, poi anche gli altri dodici dopo che la Sezione per i diritti della persona e per l’immigrazione del tribunale di Roma non aveva convalidato i decreti di trattenimento. Buco nell’acqua dell’esecutivo.
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Chi è Marco Patarnello
Marco Patarnello ha 62 anni, pugliese, di Bari. A lungo giudice a Roma, si è molto speso nella sua carriera sulle problematiche carcerarie e per le condizioni detentive delle donne. Anche recentemente è stato audito presso la Commissione Giustizia al Senato, presieduta da Giulia Bongiorno, proprio sulla materia carceri. È stato vice segretario del Consiglio Superiore di Magistratura nel 2011. Due anni dopo è stato nominato dallo stesso Csm sostituto procuratore generale in Cassazione. Al momento è magistrato di Sorveglianza di Roma e componente dell’area di Magistratura Democratica.
Il testo integrale della mail di Patarnello
“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi – si legge nel testo pubblicato integralmente da Il Corriere della Sera – In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”.
“In secondo luogo perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura. In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi”.
“Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze […] Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì”.
La polemica e le reazioni alla mail di Patarnello
Il governo Meloni prepara per il Consiglio dei ministri convocato alle 18:00 un provvedimento per rendere norma primaria quella sui Paesi sicuri e di far valutare alle Corti d’Appello i ricorsi contro le decisioni sul trattenimento nei Cpr. “Patarnello non dovrebbe più essere al suo posto, molto banalmente”, ha denunciato il ministro dei Trasporti e vicepremier segretario della Lega Matteo Salvini. “Ci sono più di 9mila magistrati in Italia e la stragrande maggioranza fa liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il Tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente”. L’Unione delle Camere Penali aveva definito ineccepibile la sentenza del Tribunale di Roma che sia era limitata ad “applicare la normativa europea di riferimento, in linea con le indicazioni vincolanti della Corte di Giustizia dell’Unione europea”.
“Noi non siamo contro il governo – ha commentato il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia ad Agorà su Rai3 – sarebbe assurdo pensare che l’ordine giudiziario, un’istituzione del Paese, sia contro un’istituzione del Paese quale è il potere politico. Non è lo scontro istituzionale quello a cui tendiamo, tendiamo a difendere l’autonomia e l’indipendenza dell’ordine giudiziario. Sappiamo che un regolamento dell’Unione Europea renderà questa materia più flessibile, ma entrerà in vigore nel 2026. Oggi dobbiamo applicare la direttiva che c’è. Per come lo vedo io, non è uno scontro con la magistratura italiana, ma con le istituzioni europee”.
A Repubblica la vicepresidente dell’ANM Alessandra Maddalena ha ribadito che “si pretende che i nostri provvedimenti siano in linea con l’azione di governo anche quando risultano in contrasto con il diritto […] Qui si colpisce al cuore la giurisdizione. Si vuole far credere ai cittadini che la magistratura agisca per ostacolare il bene della nazione. È un inganno. La magistratura applica il diritto, nazionale e sovranazionale, senza fare distinzioni, anche quando non piace ad una parte della politica, a prescindere dallo schieramento a cui può appartenere”. Per Magistratura Democratica le reazioni della maggioranza alla mail sono state “del tutto esorbitanti rispetto a ciò che realmente è stato scritto”.