Maysoon Majidi, la ventottenne curda iraniana arrestata il 31 dicembre scorso a seguito di uno sbarco di migranti e accusata di essere una “scafista”, è libera. Il tribunale di Crotone l’ha rimessa in libertà martedì 22 ottobre: la decisione del collegio di giudici (presidente Edoardo D’Ambrosio) ha accolto l’istanza che era stata presentata dal difensore della giovane, l’avvocato Giancarlo Liberati.
Una decisione che da mesi ormai sembra ovvia: le accuse nei suoi confronti arrivavano infatti dalle testimonianze di due persone che erano a bordo dell’imbarcazione sbarcata nel dicembre scorso a Crotone, che i legali di Majidi avevano dimostrato essere inattendibili e smentite.
“Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto all’Ansa l’avvocato Liberati – del fatto che il Tribunale abbia accolto la nostra istanza, concordando con noi sull’insussistenza degli indizi a carico di Maysoo Majidi”. L’avvocato Liberati era intervenuto, nel corso dell’udienza tenuta ieri in tribunale a Crotone, chiedendo non più gli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico, per la sua assistita, come aveva fatto in un primo tempo, bensì l’assoluzione e la rimessione in libertà per “assoluta mancanza di indizi”.
Chi è Maysoon Majidi
Maysoon Majidi, 28enne attivista e regista curdo-iraniana, quando venne arrestata il 31 dicembre 2023 a Crotone era ormai in fuga da anni: aveva lasciato l’Iran nel 2019 perché il regime dell’Ayatollah l’aveva arrestata per il suo attivismo per i diritti civili e la libertà di espressione. Il suo avvocato aveva denunciato che la ragazza aveva subito violenze e maltrattamenti.
Maysoon era prima scappata nel Kurdistan iracheno, dove aveva comunque continuato a fare attivismo politico con l’associazione Hana, poi era stata costretta a partire verso l’Europa dopo che le era stato rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno in Iraq e dopo essere rimpatriata brevemente in Iran.
La 28enne curdo-iraniana si era imbarcata assieme al fratello in Turchia: dopo cinque giorni di navigazione, con la traversata costata migliaia di euro e pagata dal padre professore in Iran, Maysoon era sbarcata a Crotone e subito arrestata in quanto indicata da due migranti come “scafista”.
Le accuse contro di lei
La procura di Crotone l’aveva accusata di essere nei fatti “l’aiutante del capitano”, col compito di distribuire acqua e cibo sull’imbarcazione e mantenere la calma a bordo. In base a quelle accuse la 28enne rischiava fino a 16 anni di carcere, più una multa da 15mila euro per ogni ogni persona sull’imbarcazione su cui viaggiava, oltre al pericolosissimo rimpatrio in Iran.