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Berlinguer, la nipote attrice Caterina Corbi: “Sua eredità di giustizia sociale e diritti è irrinunciabile ancora oggi”

Foto LaPresse Archivio storico Politica Enrico Berlinguer Anni '70 Nella foto: Enrico Berlinguer a congresso CGL Enrico Berlinguer, 11-06-2014 ricorre il trentennale della morte

Caterina Corbi ha sempre evitato di guardare le immagini dell’ultimo comizio di Enrico Berlinguer: era il 1984, a Padova, il segretario del Partito Comunista Italiano fu colpito da un ictus, morì quattro giorni dopo in ospedale, dopo esser entrato in coma. “La ferita di quel dramma è ancora aperta per tutti, a casa. come se questi quarant’anni non fossero mai passati, insomma, come se questa tragedia fosse appena accaduta. Come se fosse successo ieri”, ha raccontato la nipote del leader del Pci in un’intervista a Il Corriere della Sera.

A rompere il tabù Prima della fine, il documentario di Samuel Rossi che ricostruisce gli ultimi sette giorni del segretario, uno dei leader più amati della prima Repubblica. A fine mese uscirà anche il film di Andrea Segre Berlinguer – La grande ambizione, presentato alla Festa del Cinema di Roma in cui il leader politico è interpretato da Elio Germano. La stessa Corbi è diplomata al corso di recitazione dell’Accademia Silvio d’Amico. Ha recitato in una piccola parte del film.

Berlinguer si iscrisse a 21 anni al Partito Comunista, nel 1962 entrò in segreteria e dieci anni dopo ne divenne il segretario. Ai funerali parteciparono un milione e mezzo di persone. Corbi è figlia di Maria Berlinguer, ha 26 anni. La prima cosa che ricorda dell’entusiasmo che aveva sempre percepito intorno alla figura del mobile era “scala mobile”. Alcuni gli hanno dato della “zecca” e della “comunista” da ragazzina, quando è cresciuta ai Parioli e le capitava di incrociare militanti di destra o neofascisti.

Per Corbi l’eredità del nonno “è una storia fatta di giustizia sociale, di democrazia, di solidarietà, della difesa del lavoro e di un patrimonio di diritti che non può assolutamente essere dispersa. Perché parliamo di cose che sono irrinunciabili anche oggi. Soprattutto oggi”. E il nonno non era per niente una persona triste, tutta rigore e sobrietà, come spesso era stato descritto. In famiglia il ricordo è “quello di un uomo allegro. Ancora oggi, basta evocarlo, parlare di lui e la tavolata so scioglie in un sorriso. Come se fosse in grado, a quarant’anni e passa dalla sua scomparsa, di regalare armonia”.