Il profilo
Ezio Gamba: chi è il ‘Re’ del judo che ha allenato Putin e punta alla presidenza della Fijlkam
È stato campione olimpico, allenatore, dirigente della federazione europea e coach personale dello Zar che gli ha conferito la cittadinanza d'onore russa: ora punta al vertice della federazione italiana
News - di Andrea Aversa
È nato a Brescia 67 anni fa ma ha anche la cittadinanza russa, conferita con tutti gli onori nientedimeno che dal presidente Vladimir Putin in persona. Ezio Gamba è stato tra i judoki più forti nella storia dello sport italiano. Oltre a vincere la medaglia d’oro nel 1980 proprio a Mosca e quella d’argento quattro anni dopo a Los Angeles (senza contare l’oro agli Europei di Rostock nel 1982 e ben tre argenti ai Mondiali), Gamba ha avuto il privilegio di allenare sul tatami proprio lo Zar. Per la Russia, il 67enne, è stato anche allenatore della Nazionale.
Chi è Ezio Gamba
Gamba ha avuto anche esperienze di alto livello come dirigente, ai vertici delle federazione africana e come Segretario Generale di quella europea, l’European Judo Union (Eju). Forse per questo motivo ha deciso di mollare tutto per tornare a casa, in Italia e candidarsi alla presidenza della federazione nostrana, la Fijlkam. La cosa, ufficiale dallo scorso agosto, ha scatenato forti polemiche. Il motivo? Il legame molto forte che Gamba ha avuto con Putin e il fatto che sia cittadino russo. Una questione giudicata non da poco alle luce della guerra esplosa in Ucraina.
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Le vittorie sul tatami e il rapporto con Putin
Gamba ha scritto una lettera al Comitato Olimpico Italiano (Coni) nella quale ha detto di essere “l’uomo giusto” per quel ruolo. Nella missiva inviata al massimo organo sportivo italiano, l’ex campione ha affermato: “Mi sento completamente rigenerato e pronto ad una nuova avventura e al riavvicinamento all’Italia.
La malattia e la candidatura
Sono convinto che ciascuno dei nostri settori, judo, lotta, karate, insieme al ju jitsu e a tutte le discipline associate, già disponga di persone capaci oneste, che consentano di prevedere almeno due cicli olimpici di lavoro: confido pertanto nel supporto di tutti coloro che pensano che sia il momento opportuno per intraprendere insieme a me questo percorso, con il contributo di nuove idee e competenze diversificate. Il judo e questa federazione mi hanno dato tanto e ora, insieme a voi, è giunto il momento di ricambiare. Costruiamo insieme il nostro futuro“.