Il clima d'odio
Minacce di morte al giudice Silvia Albano, “colpevole” della sentenza sui migranti in Albania: “Spero qualcuno ti spari”
La tambureggiante campagna politica della maggioranza e della stampa a lei vicina, in particolare la galassia di giornali che appartengono al deputato della Lega Antonio Angelucci, ha avuto effetti nefasti e pericolosi per chi ha avuto il compito di occuparsi nei giorni scorsi del caso dei 12 migranti trattenuti nei centri costruiti dal governo Meloni in Albania e ritrasferiti in Italia per effetto di una sentenza del tribunale di Roma.
Ne sa qualcosa giudice Silvia Albano, uno dei sei magistrati della Sezione specializzata sui Diritti della Persona ed Immigrazione del Tribunale di Roma che si è espressa sulla vicenda e presidente di Magistratura Democratica, la corrente “di sinistra” della magistratura.
Le minacce di morte a Silvia Albano
Albano ha presentato questa mattina una denuncia in Procura per segnalare le decine di minacce di morte ricevute sul proprio indirizzo mail. Dopo l’apertura, il fascicolo verrà trasmesso per competenza ai magistrati di Perugia.
“Magistrato militante e corrotto spero che qualcuno ti spari molto presto, sarà un giorno di gioia e festa”, e “la toga rossa Albano fa politica e non fa trattenere i clandestini in Albania”, questo il tenore dei messaggi rivolti al magistrato, come riferisce l’AdnKronos.
Una vicenda che si aggiunge alla necessità di scorta ai pubblici ministeri del processo Open Arms di Palermo, attualmente in fase di discussione finale e che vede il vicepremier Matteo Salvini rischiare sei anni di reclusione.
La solidarietà di Magistratura Democratica
In un comunicato Magistratura democratica, di cui Silvia Albano è presidente dal novembre 2023, scrive che “la campagna di discredito che è stata scatenata contro i magistrati romani e in particolare contro Silvia Albano ha contribuito a costruire un clima di contrapposizione, di odio, trasceso infine in gravi minacce alla sua incolumità e alla sua vita”.
Da MD non manca una stoccata ai colleghi di Magistratura Indipendente, la corrente “di destra” che al Csm si erano sfilati dalla petizione firmata da 15 membri del Consiglio superiore della magistratura per l’apertura di una pratica a tutela nei confronti dei magistrati del tribunale civile di Roma.
Magistratura democratica sottolinea infatti che “di fronte al clima di questa fase, di vera e propria intimidazione di magistrati nell’esercizio delle loro funzioni, riteniamo di straordinaria gravità che i consiglieri di Magistratura indipendente si siano sottratti alla sottoscrizione della richiesta di apertura di una pratica a tutela nei confronti dei giudici del Tribunale di Roma”.