Pallavolo

Velasco allenatore dell’Italia fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028: “Sento ancora gli occhi della tigre”

Dopo l'oro ai Giochi di Parigi, il primo in assoluto per il volley italiano. "Siamo d'accordo con il presidente, ne stiamo già parlando"

News - di Redazione Web

24 Ottobre 2024 alle 13:39

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Nella foto Julio Velasco Milano – Italia – Cronaca Lunedì, 12 Agosto, 2024 (Foto di Marco Ottico/Lapresse) Arrival at Linate of the women’s volleyball team that won gold at the Paris 2024 Olympics Milan, Italy – News Monday, 12 August, 2024 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)
Nella foto Julio Velasco Milano – Italia – Cronaca Lunedì, 12 Agosto, 2024 (Foto di Marco Ottico/Lapresse) Arrival at Linate of the women’s volleyball team that won gold at the Paris 2024 Olympics Milan, Italy – News Monday, 12 August, 2024 (Photo by Marco Ottico/Lapresse)

Julio Velasco dovrebbe restare allenatore della Nazionale italiana di Pallavolo femminile fino alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. “Sento ancora gli occhi di tigre – ha detto in un’intervista alla trasmissione “Casa Italia” di Rai Italia in occasione del ‘Premio Mecenate dello Sport – Varaldo Di Pietro’ – siamo d’accordo con il presidente Manfredi, ne stiamo già parlando”. Allenatore emblematico, leader iconico, quasi un maestro spirituale per le sue parole che vanno anche oltre il campo, Velasco ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi di Parigi 2024. Prima volta in assoluto per il volley italiano.

“Se siamo diventati ancora più rispettati e abbiamo più prestigio all’estero è perché abbiamo avuto questa meravigliosa medaglia a squadre”, ha aggiunto il presidente del Coni Giovanni Malagò. “Abbiamo una storia strana, abbiamo vinto centinaia di medaglie d’oro in tutti gli sport, ma dal 1896 andiamo vinto solo sei medaglie a squadre. Questo fa capire che siamo un Paese individualista, polivalente, e da adesso ci auguriamo di essere un Paese che sa vincere negli sport di squadra”.

Chi è Julio Velasco

Velasco si sente sia italiano che argentino. È arrivato su una panchina italiana a Jesi, nel 1983. In Argentina aveva sofferto la morte prematura del padre oltre agli abusi dei regimi. Ha 72 anni, è nato a La Plata. Si era avvicinato alla pallavolo negli anni del liceo e dell’Università. Alla Panini Modena, del 1985, vinse quattro scudetti consecutivi. Arrivò alla nazionale nel 1989, la cosiddetta “generazione dei fenomeni”, che vinse due Mondiali, tre Europei e cinque World League. Si dimise dopo la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atlanta 1996.

“L’argento di Atlanta è stata l’unica medaglia nella storia olimpica italiana a non essere stata festeggiata. Mai avuta questa ossessione”, ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera. Ha allenato Repubblica Ceca, Spagna, Iran, Argentina. È passato anche nel mondo del calcio, alla Lazio e all’Inter come consulente. È stato più volte avanzata la possibilità di una sua candidatura per la sinistra: da giovane era un militante, contro i regimi in Argentina. Alla Nazionale femminile era già arrivato nel 2017, ci è tornato nel 2023.

“Non c’è un segreto. Ci sono tanti fattori. Il primo è trovare giocatori con qualità magari ancora inespresse però di alto livello. Il secondo è trovare l’ambiente incline al cambiamento. Molti allenatori puntavano tutto sulla tecnica. Che è importante; ma è un mezzo, non un fine. Il fine è il gioco. E il gioco è una questione più complessa”, ha dichiarato nella stessa intervista a Il Corriere della Sera. “Un allenatore, e in genere un leader, non fa nulla. Fa fare le cose agli altri. E deve convincerli. L’allenatore è prima di tutto un insegnante; per questo deve uccidere il giocatore che è stato. Se non lo fa, rischia di fallire; e più forte è stato, più il rischio è alto”.

24 Ottobre 2024

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