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Caso Omerovic: sono tre gli agenti accusati di tortura

Foto Mauro Scrobogna/LaPresse 29-09-2022

Oggi al Tribunale di Roma è prevista l’udienza preliminare del processo ai tre agenti del commissariato Primavalle accusati di tortura nei confronti di Hasib Omerovic, il 37enne con disabilità precipitato dalla finestra della sua abitazione, in via Gerolamo Aleandro, il 25 luglio 2022 durante un’attività di polizia.

Associazione 21 luglio, che insieme al deputato Riccardo Magi ha denunciato l’accaduto nel settembre 2022, nel corso dell’udienza preliminare chiederà al giudice della sezione penale Alessandro Arturi di costituirsi parte civile. «L’accurato lavoro di indagine svolto sino ad ora ci consente di esprimere piena fiducia nel percorso processuale che da domani si andrà ad intraprendere. Come Associazione 21 luglio, in quanto organizzazione da sempre impegnata nella lotta contro ogni forma di discriminazione, chiederemo al giudice di costituirci parte civile, fiduciosi nella sua decisione» ha commentato il presidente dell’Associazione, Carlo Stasolla.

A seguito dell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Stefano Luciani, sono imputati l’allora assistente capo della polizia del distretto XIV di Primavalle, Andrea Pellegrini, e i poliziotti Alessandro Sicuranza e Maria Rosa Natale. Secondo l’accusa, il primo, durante l’attività di identificazione in casa di Omerovic, con plurime e gravi condotte di violenza e minaccia, ha provocato nel 37enne un verificabile trauma psichico, in seguito al quale l’uomo ha scavalcato il davanzale della finestra della sua stanza da letto, nel tentativo di darsi alla fuga, ed è precipitato nel vuoto. I tre, oltre che del reato di tortura, sono accusati anche di falso aggravato. Secondo l’accusa, infatti, gli agenti avrebbero ricostruito nell’annotazione di servizio in maniera non veritiera i motivi dell’intervento e, soprattutto, avrebbero omesso di indicare tutte le condotte poste in essere da Pellegrini all’interno dell’appartamento.

«Chiediamo verità per Hasib, sperando in un processo rapido e che faccia luce su questa gravissima e inquietante vicenda – afferma Riccardo Magi, deputato e segretario di +Europa – La verità è necessaria anche per ricostruire la fiducia dei cittadini verso le forze dell’ordine, come dovrebbe essere naturale in una democrazia avanzata». Solo pochi giorni, il 22 ottobre, il Consiglio d’Europa ha pubblicato il suo sesto rapporto sull’Italia, in cui vengono denunciati numerosi episodi di profilazione razziale e di responsabilità delle forze dell’ordine in casi di abusi razzisti o Lgbtq-fobici.

«Il rapporto Ecri, contestato con la pancia dagli organi più autorevoli delle istituzioni, andrebbe letto con la testa» – commenta Carlo Stasolla. «Scopriremo così che tra le sue righe si parla di alcune testimonianze raccolte da esponenti della società civile sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine. Come quella che riguarda la vicenda del povero Hasib che probabilmente, se non fosse stato rom, oltre che disabile, non sarebbe finito oltre quella finestra che separa il mondo democratico e civile dalla “bestialità” umana che nessuno ha il diritto di legittimare. Per non correre il rischi di diventare anche lui complice di un sistema incapace di distinguere la vittima dal carnefice».