Prima volta in aula

Processo a Filippo Turetta, l’ammissione in tribunale della premeditazione: “Pensavo di uccidere Giulia da giorni”

Cronaca - di Redazione

25 Ottobre 2024 alle 11:28

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Filippo Turetta in Corte d’assise a Venezia, il processo al ventiduenne accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin – 25 Ottobre 2024 – Cronaca – (foto LaPresse)
Filippo Turetta in Corte d’assise a Venezia, il processo al ventiduenne accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin – 25 Ottobre 2024 – Cronaca – (foto LaPresse)

La prima volta di Filippo Turetta in tribunale a Venezia è a dir poco esplosiva. Il giovane 22enne, imputato reo confesso nel processo per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, uccisa l’11 novembre 2023 e poi ritrovata senza vita dopo una settimana ai piedi di una scarpata della val Caltea, questa mattina è uscito per la prima volta dal carcere di Verona, dove è rinchiuso dopo l’arresto avvenuto in Germania il 19 novembre 2023.

Scortato dalla polizia penitenziaria, con pantaloni neri e una felpa grigia con cappuccio, in mano una cartellina con alcuni documenti, ha risposto alle domande del collegio presieduto da Stefano Manduzio. In aula Gino Cecchetin, il padre di Giulia, mentre non se l’è sentita la sorella Elena, che su Instagram ha spiegato di voler “tutelare la mia salute fisica e mentale”.

Giulia Cecchetin, un omicidio premeditato

La “bomba” sganciata da Turetta in Aula potrebbe cambiare l’esito del processo, o per meglio dire il tipo di condanna che potrebbe essere inflitta al giovane studente universitario.

Turetta ha ammesso di aver detto “una serie di bugie” nel primo interrogatorio con il pm Andrea Petroni, quello avuto subito dopo l’arresto e il rientro in Italia dalla Germania, dove era scappato in auto prima di essere bloccato, con l’auto ferma senza benzina, in autostrada.

Turetta ha infatti ammesso di aver premeditato l’omicidio di Giulia, così come gli viene contestato dalla procura. Rispondendo al pm di Venezia Petroni, che gli chiedeva se compilando la lista del 7 novembre (con gli strumenti per legarla e i coltelli, ndr) avesse già in mente il delitto dell’ex fidanzata Giulia, Turetta ha risposto così: “Quella sera scrivendo quella lista ho ipotizzato questo piano, questa cosa, di stare un po’ insieme e di farle del male”.

“Ero arrabbiato, avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato, che fosse un bruttissimo periodo, che io volessi tornare insieme e così…non lo so…in un certo senso mi faceva piacere scrivere questa lista per sfogarmi, ipotizzare questa lista che mi tranquillizzava, pensare che le cose potessero cambiare”, ha aggiunto l’imputato. “Era come se ancora non la dovessi definire, ma l’avevo buttata giù”.

Parlando a bassa voce, tra tante interruzioni, il ragazzo ha poi aggiunto: “Ho iniziato a farlo il 7 novembre (l’omicidio di Giulia avverrà tre giorni dopo, l’11 novembre, ndr) perché ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati”.

La lista per l’omicidio di Giulia

Nelle sue dichiarazioni Turetta ricostruisce la cronologia e la lista degli oggetti acquistati per mettere a segno il rapimento di Giulia e poi l’omicidio. Nella notte tra l’8 e il 9 novembre si passa dall’abbonamento ad una Vpn per “schermare” il collegamento Ip del suo cellulare, poi la ricerca di zone isolate in montagna, quindi un prelievo da 200 euro al bancomat.

Il 10 novembre, alla vigilia dell’omicidio, Turetta, ricerca dei nastri particolarmente resistenti e poi ne compra due rotoli su Amazon insieme a una piantina dell’Italia. Il giorno del delitto, infine, compra un terzo rotolo di scotch in ferramenta.

In quei giorni, aggiunge il ragazzo, “ho messo anche in auto due coltelli, che mi dovevano servire per aggredirla”. Nella lista della spesa c’era anche un badile: “Ci avevo pensato per eventualmente occultare il corpo, ma poi non ci avevo pensato più”.

di: Redazione - 25 Ottobre 2024

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