Europa più lontana
Elezioni in Georgia, il voto premia i filo-russi di ‘Sogno Georgiano’: l’opposizione denuncia brogli
Le elezioni di sabato 26 ottobre in Georgia, diventate di fatto un referendum tra europeisti e filo-russi, vedono prevalere i secondi.
Nella Repubblica ex sovietica del Caucaso il partito filorusso al governo ormai da 12 anni, Sogno Giorgiano, ha infatti vinto con distacco le elezioni: secondo il presidente della commissione elettorale centrale Giorgi Kalandarishvili il partito populista guidato dall’oligarca Bidzina Ivanishvili ha ottenuto il 54,2 per cento dei consensi.
L’unione delle quattro alleanze di opposizione filo-occidentali, sotto la guida della presidente della Repubblica Salome Zourabichvil, si è fermata invece al 37,58 per cento dei voti.
Un risultato che l’opposizione non si aspettava: nonostante l’80 per cento della popolazione si dica favorevole all’adesione all’Unione Europea, il voto attesta un Paese che sembra invece planare verso il Cremlino di Vladimir Putin.
D’altra parte il governo di Sogno Georgiano da tempo sta sempre più legando Tbilisi alle politiche russe: lo scorso luglio la Commissione europea aveva dovuto sospendere il percorso d’integrazione del Paese nell’Ue dopo che l’esecutivo aveva approvato leggi liberticide ispirate a quelle russe, in particolare contro le “influenze straniere” e contro la “propaganda Lgbt”.
Un voto che si è svolto in un clima di altissima tensione, con l’opposizione che da giorni denuncia il rischio di brogli. E infatti l’opposizione si è affretta a non riconoscere l’esito del voto che premia Sogno Georgiano. “Questo è un colpo di Stato costituzionale. Questa non è la Russia né il Venezuela, non riconosceremo questo risultato”, si è lasciato andare l’ex ministro della Giustizia Nika Gvaramia, ora leader della Coalizione per il Cambiamento.
“Questa è stata un’elezione storica e una vittoria per il popolo della Georgia, la Commissione elettorale centrale ha fatto quello che voleva Ivanishvili, l’oligarca ha rubato il futuro europeo al popolo”, ha aggiunto Tina Bokuchava, presidente del Movimento Nazionale Unito, il maggior partito d’opposizione.
Il primo ministro Irakli Kobakhidze ha invece respinto le accuse delle opposizioni di brogli nelle elezioni legislative, affermando che si tratta solo di un tentativo di “giustificare” il loro fallimento politico. “E’ impossibile, tecnicamente impossibile, fare qualsiasi trucco quando le elezioni si svolgono con il voto elettronico”, ha affermato il premier.
Tra i primi leader stranieri a commentare il risultato elettorale il primo ministro ungherese Viktor Orban, unico leader dell’Unione Europea rimasto vicino a Mosca, che ha accolto con favore la vittoria “schiacciante” del partito al governo. Anche il presidente del vicino Azerbaigian Ilham Aliyev si è congratulato con il premier uscente Irakli Kobakhidze per la vittoria del suo partito.