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Elezioni in Liguria, la vittoria di Bucci fa calare il sipario su Mani Pulite
Agli elettori, come nei tempi di maggiore povertà, non importa più che questo o quel loro rappresentante sia corrotto, o incapace o anche solo spregiudicato; a loro piace piuttosto che si riveli abile, deciso a portare a casa il risultato, in grado di lanciare uno slogan per poi inseguirlo ad ogni costo
Editoriali - di Ammiraglio Vittorio Alessandro
Il risultato della Liguria (vince il centrodestra, si afferma il Pd, crolla il M5s) conferma che l’elettorato non è più quello di Mani pulite in attesa, come di una liberazione, delle inchieste sul potere, ed è un bene che la magistratura faccia il proprio lavoro senza pressioni indebite, visto – peraltro – che in Italia si vota sempre.
Agli elettori, come nei tempi di maggiore povertà, non importa più che questo o quel loro rappresentante sia corrotto, o incapace o anche solo spregiudicato; a loro piace piuttosto che si riveli abile, deciso a portare a casa il risultato, in grado di lanciare uno slogan (anche il più becero) per poi inseguirlo ad ogni costo, come al gioco della campana. I vincenti ne hanno trovati alcuni molto riusciti (non solo in Italia, ma in Occidente): il pericolo dei migranti, il mandato popolare che supera ogni regola, l’audace conquista del potere anche quando il potere è già in mano propria. Agli elettori questo piace, ed era già così ai tempi del comandante Lauro che regalava una scarpa prima del voto, e la seconda a elezioni concluse, ma allora c’erano partiti con grandi ideali, forti sindacati, un associazionismo diffuso e il paese era attraversato da forti speranze e da un potente fermento culturale.
Oggi, invece, prevalgono l’ossequio e la rassegnazione, la paura di parlare ad alta voce e l’euforia ubriaca di chi è convinto che governare significa sempre farlo contro qualcuno. Ha sbagliato chi credeva che le inchieste giudiziarie aprano gli occhi agli elettori: i votanti (sempre in minor numero) hanno occhi per altre cose e, per fortuna, non sono più quelli che portarono trionfante il giudice Di Pietro in Parlamento. Non sono più neanche quelli che, con Grillo, il Parlamento lo avrebbero aperto come una scatoletta di tonno, e Giuseppe Conte non è quella volpe che, sulla Stampa, Mattia Feltri diceva tre giorni fa. Gli elettori non sono neanche, però, quell’animale misterioso e imprevedibile che sembrano. Sono persone in carne ed ossa da ascoltare con umiltà e poi orientare con forza, piuttosto che arrivare a ogni incontro pubblico con le risposte già in tasca, andando via presto per insuperabili impegni e restando poi vittime della propria supponenza.