Da una parte un rilancio dei negoziati per arrivare ad una tregua, dall’altra una offensiva sempre più brutale e, soprattutto, ampia. Israele continua a gestire il conflitto in Medio Oriente su due fronte, quello “diplomatico” e quello militare. Fronte caldissimo nelle ultime ore è tornato ad essere il Libano, dove l’offensiva dell’IDF, le forze di difesa dello stato ebraico, si stanno spingendo a nord-est.
Gli attacchi dell’aeronautica israeliana, che fino ad oggi si erano concentranti in alcune aeree della capitale libanese Beirut, in particolare il quartiere Dahieh, considerato la roccaforte di Hezbollah e area in cui un bombardamento israeliano aveva ucciso il capo del Partito di Dio Hassan Nasrallah, e nella parte meridionale del Paese, si sono spostati a nord.
L’esercito israeliano questa mattina ha ordinato l’evacuazione della città di Baalbek e altre località nella valle della Beqaa, nella parte nord-orientale del Libano. Il portavoce in lingua araba delle forze di Israele, Avichay Adraee, ha riferito su X, rivolgendosi ai civili libanesi della valle della Beqaa: “Le Idf agiranno con forza contro le capacità di Hezbollah all’interno della vostra città e dei vostri villaggi e non intendono farvi del male”.
Baalbek è una delle città più grandi del Libano, ha circa 80mila abitanti, ed è nota perché ci si trovano antichi templi e altre rovine di epoca romana, considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco dal 1984. A Baalbek subito dopo l’allerta israeliana sono migliaia i civili scappati dalle loro abitazioni.
Circa quattro ore dopo la diffusione dell’ordine di evacuazione, come riferisce il quotidiano libanese francofono “L’Orient Le Jour”, l’aeronautica israeliana ha iniziato a bombardare la città e le zone circostanti: raid che sarebbero iniziati in concomitanza con il primo discorso di Naim Qassem nel ruolo di segretario generale di Hezbollah.
Un attacco aereo israeliano nel nord-est del Libano ha colpito depositi di carburante nella città di Douris, alla periferia di Baalbek. Già la scorsa notte, sempre secondo quanto riportato da “L’Orient le Jour”, l’aviazione israeliana aveva effettuato tre attacchi sull’area di Baalbek “dopo due giorni particolarmente letali in cui decine di persone sono state uccise nei bombardamenti”. Nella giornata di lunedì 28 ottobre oltre 60 persone sono morte a causa dei raid israeliani nella zona. Secondo quanto affermato dal governatore della regione, Bachir Kheder, si è trattato del giorno “più violento per Baalbeck dall’inizio dell’aggressione” di Israele.