Guerra e diplomazia
A Gaza la “pace” si allontana, Hamas respinge la tregua temporanea: “Serve cessate il fuoco permanente”
Veti incrociati e proposte giudicate irricevibili allontanano ancora una volta le speranze di pace in Medio Oriente. I piccoli spiragli di una tregua nella Striscia di Gaza si sono infranti sul “no” di Hamas alla proposta di una tregua a breve termine nell’enclave palestinese che da oltre un anno è sottoposta a incessanti bombardamenti israeliani.
Taher al-Nunu, dirigente apicale del gruppo islamico radicale, ha infatti respinto la proposta emersa nei giorni scorsi grazie alla mediazione egiziana: “L’idea di una pausa temporanea nella guerra, solo per riprendere l’aggressione in seguito, è qualcosa su cui abbiamo già espresso la nostra posizione. Hamas sostiene una fine permanente della guerra, non una temporanea”, ha detto all’AFP Taher al-Nunu.
Hamas smentisce così la presunta apertura del gruppo ad un cessate il fuoco temporaneo: d’altra parte il gruppo che controlla la Striscia anche nei precedenti round di negoziati aveva sempre insistito sulla necessità di un cessate il fuoco permanente e del ritiro dei soldati israeliani da Gaza.
Negli ultimi incontri tenuti lunedì a Doha, in Qatar, tra il capo del Mossad David Barnea, il direttore della Cia William Burns e il primo ministro del Qatar, si era discusso di proporre una tregua “a breve termine” di “meno di un mese”, senza il ritiro delle truppe israeliane, in cambio di 11-14 ostaggi israeliani e la liberazione di un numero imprecisato di detenuti palestinesi.
Taher al-Nunu ha affermato che il gruppo non ha ricevuto alcuna proposta finora, aggiungendo che se riceverà un piano del genere, risponderà. Tuttavia ha ribadito le richieste su cui il gruppo terroristico insiste da mesi: “Un cessate il fuoco permanente, il ritiro delle forze israeliane da Gaza, il ritorno degli sfollati, sufficienti aiuti umanitari a Gaza e un serio accordo sullo scambio di prigionieri”
Il “no” di Hamas arriva nel giorno in cui gli inviati degli Stati Uniti per il Medioriente, Amos Hochstein e Brett McGurk, arrivera in Israele proprio per guidare i colloqui finalizzati al raggiungimento di un accordo per mettere fine alla guerra in Libano e a Gaza. I due hanno incontrato a Gerusalemme il primo israeliano Benjamin Netanyahu, dopo aver incontrato anche il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer.