L'appello del Pontefice
Guerra a Gaza, Papa Francesco prega per la pace: a Gaza impossibile portare aiuti
Nel suo primo discorso dalla nomina, il capo di Hezbollah tuona: “Continueremo a combattere!”. Nella Striscia sono arrivate a 43.163 le vittime palestinesi dall’inizio del conflitto
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
«Mitragliati 150 innocenti, cosa c’entrano i bambini?» Una domanda accorata che contiene in sé un j’accuse possente. Papa Francesco ha pregato per la pace, al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, evocando in particolare le 150 persone innocenti che sono state “mitragliate”.
«Preghiamo per la pace», ha detto Bergoglio. «La pace è un dono dello Spirito Santo e la guerra sempre – sempre, sempre, sempre – è una sconfitta. Nella guerra nessuno vince, tutti perdono. Preghiamo per la pace, fratelli e sorelle. Ieri ho visto che sono state mitragliate 150 persone innocenti: cosa c’entrano nella guerra i bambini? Le famiglie? Sono le prime vittime. Preghiamo per la pace». Riportando la notizia, Vatican News scrive che le fonti locali “riportano dell’irruzione dell’esercito israeliano nell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia (a nord di Gaza, uno dei pochi ancora operativi), dove 150 persone, tra pazienti e personale medico, sono state intrappolate nel cortile centrale”.
«La situazione a Jabalya e nel nord di Gaza rimane devastante e insostenibile, con centinaia di morti e feriti. Gli sforzi per portare aiuti, acqua e cibo inclusi, continuano a essere vani». Così in una dichiarazione Sarah Vuylsteke, capo progetto di Medici senza frontiere a Gaza. «Migliaia di persone si stanno spostando a piedi verso Gaza City, attraverso i corridoi predisposti dall’esercito israeliano» – prosegue. – «Tra loro ci sono anche anziani, persone con disabilità, bambini piccoli, malati e feriti. Queste persone devono spostarsi per chilometri senza cibo, senza acqua, senza poter trasportare i propri effetti personali. Non sappiamo se queste persone ce la faranno». Secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità del governo di Hamas, a Gaza si registrano 43.163 vittime dall’inizio della guerra con Israele. “Almeno 102 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore nel territorio palestinese”, ha affermato in una nota, aggiungendo che 101.510 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto, scatenato da un attacco senza precedenti di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023.
Dalla martoriata Gaza al disperato Libano
“I residenti di diverse località dell’area di Baalbek, nella valle della Beqaa, nell’est del Libano, hanno iniziato stamane il processo di evacuazione a seguito degli avvertimenti emessi dalle forze di Israele in vista di nuovi attacchi aerei contro siti del movimento sciita filoiraniano Hezbollah”. Lo riporta l’agenzia di stampa Nna, secondo cui si sono riversati sulle strade migliaia di persone residenti a Baalbek, Iaat, Douriss, Nahle, Adouss e Ain Bourday. Il direttore del centro regionale della Protezione civile, Bilal Raad, ha confermato di aver ricevuto l’avviso di evacuazione in una telefonata del portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf) e di aver poi informato la direzione generale della Protezione civile e l’esercito libanese.
In precedenza, il portavoce in lingua araba delle forze di Israele, Avichay Adraee, ha riferito su X, rivolgendosi ai civili libanesi della valle della Beqaa: «L’Idf agirà con forza contro le capacità di Hezbollah all’interno della vostra città e dei vostri villaggi e non intende farvi del male». La scorsa notte, secondo quanto riportato dal quotidiano libanese francofono L’Orient le Jour, l’aviazione israeliana ha effettuato tre attacchi sull’area di Baalbek, “dopo due giorni particolarmente letali in cui decine di persone sono state uccise nei bombardamenti”. Nella giornata di lunedì, 28 ottobre, oltre 60 persone sono morte a causa dei raid israeliani nella zona. Secondo quanto affermato dal governatore della regione, Bachir Kheder, si è trattato del giorno «più violento per Baalbeck dall’inizio dell’aggressione» di Israele. A Baalbek, sito Unesco dal 1984, si trovano anche alcune delle migliori rovine romane preservate della regione. Baalbek, la “Città del Sole” dell’antichità è senza dubbio il più straordinario sito archeologico del Libano e uno dei luoghi più suggestivi del mondo, a pochi chilometri dalla frontiera siriana. Il sito era una volta una fiorente città fenicia il cui nome probabilmente deriva dal termine fenicio Baal (Il Signore), in questo caso “Signore della Valle della Bekaa”.
Tra fughe di massa, uccisioni mirate e bombardamenti a tappeto, ha preso la parola il successore di Hassan Nasrallah, alla guida di Hezbollah. «Il mio programma è una continuazione di quello del nostro leader, Hassan Nasrallah, in tutti i settori e porteremo avanti il piano di guerra che aveva tracciato». Così il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, nel primo discorso tenuto all’indomani della sua nomina. «Sostenere Gaza era essenziale per affrontare la minaccia israeliana a tutta la regione e perché la popolazione di Gaza doveva essere sostenuta», proclama. Gli Hezbollah hanno «l’esperienza e i mezzi necessari e siamo preparati per una guerra prolungata», proclama Qassem. «Uno dei nostri combattenti vale 10 dei loro soldati, con i loro carri armati e le loro armi», ha aggiunto, riferendosi alle forze armate israeliane. «I nostri missili e droni vengono utilizzati secondo un programma giornaliero ben definito. Con essi abbiamo paralizzato la vita di centinaia di migliaia di israeliani».
Qassem ha rivolto minacce nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, ricordando il drone che ha colpito la sua residenza a Cesarea. «Questa volta, si è salvato. Non sappiamo quando morirà, ma qualche israeliano potrebbe ucciderlo. Potrebbe morire durante uno dei suoi discorsi», ha affermato Qassem che si è quindi rivolto a Israele, esortandolo a lasciare il territorio libanese: «Per ridurre le perdite, altrimenti vedrai cose che non hai mai visto prima. Non riporterete così gli abitanti del nord alle loro case», ha aggiunto. Il successore di Nasrallah ha parlato alla vigilia della visita in Israele dell’inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Amos Hochstein, per discutere i termini di un accordo di cessate il fuoco in Libano. «La posizione di Hezbollah sui negoziati per il cessate il fuoco è in linea con quella di Berri», il presidente del Parlamento di Beirut, ha precisato il leader di Hezbollah.
Il primo discorso televisivo di Qassem è stato interrotto a metà della trasmissione. Il Libano segnala un sospetto attacco informatico, scrive Haaretz. Il vicecomandante delle Forze Radwan di Hezbollah, Mustafa Ahmad Shahdi, è stato ucciso in un raid israeliano. Lo ha reso noto l’Idf con un post su X, specificando che Shahdi «ha promosso numerosi attacchi terroristici contro Israele e ha supervisionato attacchi contro i soldati dell’Idf nel Libano meridionale». Il tiro al bersaglio continua. Avanti un altro.