Anche il tribunale di Roma ricorre all'Ue
Migranti, altro schiaffo dei giudici al governo Meloni dal tribunale di Catania: “Egitto non è Paese sicuro”
Nel giorno in cui la nave Libra della Marina militare italiana torna in mare davanti alle coste dell’isola di Lampedusa per iniziare nuovamente i cosiddetti “recuperi”, la selezione di naufraghi adulti e maschi provenienti da Paesi individuati come “sicuri” in base al nuovo decreto del governo Meloni da trasferire in Albania, l’ultimo provvedimento dell’esecutivo viene sconfessato dai giudici.
Sono ben due i tribunali, quello di Roma e di Catania, che disapplicano il “decreto Paesi sicuri” voluto fortemente dalla maggioranza di destra come reazione alla decisione del tribunale civile di Roma di non convalidare il fermo dei dodici migranti portati dal Governo italiano in Albania.
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È in particolare il provvedimento che arriva dalla Sicilia a smontare fatalmente le norme fatte approvare in Consiglio dei ministri dalla premier Giorgia Meloni. Nel non convalidare il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che al Cpr di Pozzallo aveva chiesto lo status di rifugiato, i giudici di Catania scrivono infatti che una lista di Paesi sicuri “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”.
L’Egitto rientra infatti nell’elenco dei 19 “Paesi sicuri” redatti dal governo nell’ultimo decreto varato dall’esecutivo, che aveva taglia la lista dai 22 iniziali. Facendo ancora parte dell’elenco, nelle intenzioni del governo sarebbe dovuta essere possibile l’espulsione del migrante respinto “per direttissima”, senza esaminare la domanda di protezione.
Cosa sia l’Egitto del dittatore Abdel Fattah al-Sisi lo spiega bene il giudice di Catania Massimo Escher: al Cairo “si applica la pena di morte e il numero delle esecuzioni è fra i più alti del mondo, in tutto il Paese si sono verificati anche recentemente casi di detenzioni arbitrarie e arresti senza mandato da parte delle forze di polizia, è comune la pratica della detenzione preventiva e non sono infrequenti le sparizioni forzate”
L’altra sentenza, quella che arriva da Roma, riguarda invece uno dei 12 naufraghi trasferiti in Albania e poi rispediti in Italia: il tribunale capitolino, nell’accogliere, il ricorso contro la commissione territoriale che gli ha negato l’asilo, ha rinviato alla Corte di giustizia europea il decreto “Paesi sicuri”.
Un quadro che basta al ministro Matteo Salvini per tornare ad attaccare i magistrati non allineati: “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo”.