Consiglio regionale al voto

De Luca contro Schlein: veto della segretaria al terzo mandato del governatore della Campania

La segretaria del Pd avvisa: chi vota a favore non sarà più candidato. Il governatore minaccia di lasciare e andare ad elezioni anticipate se la legge non passa

Politica - di David Romoli

5 Novembre 2024 alle 14:00 - Ultimo agg. 5 Novembre 2024 alle 14:09

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Foto collage Lapresse
Foto collage Lapresse

È una sconfitta annunciatissima, di fatto già compiutasi, quella di Elly. Stamattina il Consiglio regionale campano voterà la legge che permette al governatore De Luca di ricandidarsi. La legge è già stata approvata nella prima Commissione. I consiglieri del Pd, tutti tranne una, Bruna Fiola, non hanno dato seguito all’imperativo della segretaria e voteranno anche oggi a favore della legge che recepisce formalmente ma aggiunge un passaggio decisivo: “Il computo dei mandati decorre da quello in corso di espletamento alla data di entrata in vigore della presente legge”.

Porte aperte, anzi spalancate, per la ri-ricandidatura del governatore. Lo stesso voto di Fiola non è stato espresso per ottemperare ai voleri della segretaria ma perché tra De Luca e il padre della consigliera, Ciro, presidente uscente della Camera di commercio e grande elettore del governatore, è in corso una faida all’ultimo sangue. Oggi potrebbe aggiungersi un secondo pollice verso, quello di Massimiliano Manfredi, fratello del sindaco di Napoli Gaetano, anche lui in guerra aperta con il presidente della Regione. Ma non è detto che il dissenso, forse raddoppiato, si esprima nella forma netta del voto contrario. Potrebbero registrarsi due astensioni invece che due no. Ai fini dell’approvazione della legge non cambierebbe nulla.

Il Pd fa finta di vedere un segnale positivo nella formula adottata dai consiglieri per giustificare la scelta di stare dalla parte del governatore contro la segretaria: varare la legge sul terzo mandato non equivale mica a dire che poi il candidato sarà davvero De Luca. Si vedrà in un secondo tempo. Naturalmente sono chiacchiere, una foglia di fico che non ce la fa a coprire niente e che del resto si è inventato proprio De Luca. Schlein ha deciso di non arrendersi e di confermare massima determinazione. Intervistata da Fazio a Che tempo fa è stata drastica: nemmeno un millimetro di spazio per i terzi mandati, incluso quello campano. I consiglieri ribelli credono, o meglio sperano, che ci ripenserà all’ultimo momento, di fronte alla voragine che sarebbe la perdita della Campania. A questo punto però le possibilità di una retromarcia sono poche. Non ci ripenserà neppure il governatore, spintosi troppo avanti per fermarsi sull’orlo della spaccatura definitiva. L’unica a sperarci è Deborah Serracchiani: “Non ci possiamo permettere di riconsegnare la Campania alla destra. Ci sono tutti i tempi, i modi e i luoghi per recuperare la situazione”. Se però le si chiedessero delucidazioni sui “modi” farebbe scena muta. La realtà è che proprio non esistono.

La sola fune per salvare Elly può lanciarla il governo, impugnando la legge. Non è impossibile ma non è neppure facile. Impugnando la legge la destra eviterebbe di aprire un varco a Zaia, che in Veneto potrebbe provare a sfruttare il precedente campano, e metterebbe fuori gioco un leader con la tessera del Pd ma che è stato punto di riferimento delle fasce sociali che guardano a destra.
D’altro lato la destra avrebbe le maggiori probabilità di vittoria in una sfida a tre, con il centrosinistra diviso: “De Luca ha la faccia di bronzo e gli toccherà la medaglia di bronzo”, gongola il capo degli eurodeputati forzisti Martusciello, in pole position per la candidatura in Campania alla pari con il viceministro azzurro degli Esteri, Cirielli. Per ora il governo non intende infatti impugnare la legge.

In realtà sarebbe comunque una partita aperta. Il sistema di potere del governatore è tanto pervasivo e diffuso da non autorizzare l’esclusione di una sua vittoria, anche da solo o probabilmente con Renzi. In Campania però i 5S sono forti, il candidato che sarà quasi certamente uno di loro, l’ex presidente della Camera Fico o l’attuale vicepresidente di Montecitorio Sergio Costa, e dunque non dovrebbero esserci defezioni di massa. Insomma, il centrosinistra potrebbe farcela anche senza De Luca. Quando le elezioni arriveranno, nell’autunno del 2025 ma con possibilità sia di anticipazione alla prossima primavera che di posticipazione a quella del 2026, Elly si giocherà non solo la guida di una delle principali regioni italiane. Se vincerà nonostante il braccio di ferro con De Luca sarà quasi la vittoria campale sui cacicchi. Se vincerà De Luca ne uscirà molto peggio.

5 Novembre 2024

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