L'Election Day è arrivato
Elezioni Usa, il rischio rivolte post-voto: la “war room” di Trump per replicare Capitol Hill
Gli ultimi appelli dei candidati presidenti su X dopo una delle campagne più tese della storia statunitense. Incertezza sulla durata dello spoglio elettorale
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Il giorno più lungo dell’America. Un giorno che fa la storia.
“L’Election day è arrivato. Oggi, votiamo perché amiamo il nostro paese e crediamo nella promessa dell’America. Fai sentire la tua voce. Votiamo per un futuro migliore”. Lo scrive su X Kamala Harris che posta oggi una serie di appelli sul social media. “Bussa alle porte. Chiama gli elettori. Contatta amici e familiari. Insieme, scriveremo il prossimo capitolo della storia più grande mai raccontata”, scrive la candidata democratica. “Il tuo voto è la tua voce, e la tua voce è il tuo potere”, aggiunge nel suo appello agli elettori. “Quando lottiamo vinciamo”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha invitato gli americani a «fare la storia eleggendo Kamala Harris». Se vincesse, infatti, Harris sarebbe la prima presidente donna degli Stati Uniti. “Andate a votare”, ha scritto Biden su X. “È ufficialmente l’Election day. Questo è il giorno più importante nella storia americana”. Lo scrive su X Donald Trump, invitando gli elettori a “restare in fila ai seggi contro i comunisti” anche se ci sarà molto da aspettare. “Insieme incasseremo una grande vittoria e renderemo l’America di nuovo grande”, ha messo in evidenza Trump.
È la lunga notte dei conteggi. Notte insonne. Notte tormentata. Donald Trump si dichiarerà vincitore ad urne ancora aperte in una parte del Paese, in modo ad influenzare il voto negli stati chiave occidentali, Arizona e Nevada. È questa la previsione di John Bolton, che è stato consigliere per la Sicurezza di Trump tra il 2018 e il 2019 ed ora è un suo acceso critico, che, intervistato dalla Bbc, si spinge anche a prevedere il momento della lunga notte elettorale in cui l’ex presidente annuncerà la sua vittoria. «Dichiarerà di aver vinto, prevedo tra le 21 e le 22 (tra le 3 e le 4 del mattino in Italia), con la speranza che gli stati occidentali, Arizona e Nevada, dove le urne saranno ancora aperte, reagiranno alla sua dichiarazione», ha detto il repubblicano di lungo corso, che è stato ambasciatore all’Onu all’epoca di George Bush. In ogni caso, Bolton si dice certo che Trump «ovviamente non accetterà» i risultati elettorali in caso di sconfitta.
Secondo la Cnn, Harris trascorrerà la giornata a Washington Dc rilasciando alcune interviste radiofoniche, mentre in serata attenderà i risultati del voto presso la Howard University, l’università dove si è laureata. Trump, invece, dovrebbe tenere il suo “watch party” a Palm Beach, in Florida. Elezioni blindate, con la Casa Bianca e Capitol barricati e misure di sicurezza senza precedenti in un clima di crescenti minacce, intimidazioni, tensioni alimentate da una campagna avvelenata. Una miscela esplosiva che potrebbero infiammare l’Election day o i giorni successivi, quando si conoscerà l’esito delle urne e potrebbe non esserci una pacifica transizione di potere, come teme Joe Biden. L’allerta per il giorno del voto è generalizzata, con operatori elettorali che hanno partecipato ad esercitazioni anti-sparatorie e imparato a barricarsi o ad usare le manichette antincendio per respingere folle armate.
Tra le nuove misure anche pulsanti di emergenza collegati alle forze dell’ordine, telecamere di sicurezza e il tracciamento gps a tutela delle schede elettorali e del personale. Molti uffici elettorali in tutto il Paese stanno inoltre accumulando scorte di Narcan, un farmaco utilizzato contro l’overdose da oppioidi, dopo che alcuni hanno ricevuto buste elettorali contenenti polvere bianca con tracce di fentanyl. Steve Bannon ha dichiarato alla Cbs che la ormai famosa “war room” di Trump sarà ripristinata in serata (quando in Italia sarà l’alba, ndr) al Willard hotel di Washington Dc.
Il 6 gennaio 2021, mentre si svolgeva l’insurrezione a Capitol Hill, nell’hotel si riunirono alcuni membri chiave della campagna di Trump, tra cui Bannon. Quella “war room”, scrive il Guardian, aveva obiettivi specifici: fare pressione sull’allora vicepresidente Mike Pence affinché si rifiutasse di certificare la vittoria elettorale di Biden. «A differenza del 2020, questa volta garantiremo la vittoria a Trump», ha detto ieri Bannon alla Cbs. Tira una brutta aria oltreoceano.