Elezioni Usa

Repubblicane per Kamala Harris: così la candidata Dem ha conquistato le figlie di Bush, Cheney e Ford

In un’America sempre più polarizzata, molti conservatori hanno fatto il loro endorsement pubblico alla candidata democratica, per il timore di ciò che significherebbe la vittoria di Trump

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

6 Novembre 2024 alle 08:00

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AP Photo/Gene J. Puskar – Associated Press / LaPresse
AP Photo/Gene J. Puskar – Associated Press / LaPresse

Barbara, Liz, Susan. “Figlie coraggiose” di padri che hanno albergato alla Casa Bianca. Padri repubblicani. Barbara Bush, una delle figlie dell’ex presidente repubblicano George W. Bush, ha dato il suo sostegno alla vicepresidente democratica Kamala Harris.

Barbara Bush, 42 anni, è stata coinvolta nella campagna di Harris andando porta a porta in Pennsylvania, uno stato chiave per le elezioni. È stata vista indossare un berretto bianco con la scritta “Kamala” in lettere blu, simbolo del suo impegno nei confronti della candidata democratica. Intervistata dalla rivista Chi Siamo, ha espresso il suo entusiasmo: «È stato esaltante riunirsi con gli amici e incontrare gli elettori con la squadra elettorale. Spero che faranno avanzare il nostro Paese e proteggeranno i diritti delle donne». Barbara Bush ha espresso da tempo convinzioni progressiste su alcune questioni sociali, in particolare il diritto all’aborto, che è diventato una questione importante nella campagna di Kamala Harris.

«Gli affidereste i vostri bambini? No? Allora non dovreste affidargli la presidenza degli Stati Uniti». Liz Cheney, la figlia del vicepresidente Dick Cheney, ha suscitato grandi risate ogni volta che ha aperto i suoi interventi con questa frase nelle sale di Detroit, Milwaukee e Filadelfia. È stata una risata liberatoria per migliaia di donne, quasi sempre bianche, di classe media, abitanti dei ricchi sobborghi delle grandi città, che finora hanno votato repubblicano e non si sarebbero mai sognate di votare democratico. Ma è la presenza accanto a Kamala Harris di Liz a farle considerare seriamente la possibilità.

Durante un’intervista dal vivo per il podcast del New Yorker Radio Hour, registrata prima dell’attacco shock del tycoon durante un comizio in Arizona «È un’estremista pro guerra, mettiamola di fronte a un fucile che le spari contro, vediamo come si sente ad avere un fucile spianato in faccia» – Liz Cheney ha detto: «L’America non può regredire a un paradigma divisivo di disgusto reciproco e disprezzo per la nostra Costituzione. Il 6 gennaio abbiamo assistito agli orrori di questa situazione e non possiamo permettere che si ripeta». «Come conservatrice, e persona che tiene molto alla Costituzione, ci ho pensato a lungo. A causa del pericolo che Donald Trump pone, non solo non voterò per lui, ma lo farò per Kamala Harris». Quindi, trovandosi nello Stato chiave della North Carolina, ha aggiunto: «Non abbiamo il lusso di sostenere altri candidati». Liz riconosce che per un americano che sia stato repubblicano tutta la vita, saltare il fosso può essere difficile, e a loro ha suggerito: «Capisco che vi preoccupiate, anche di possibili violenze contro di voi. E vorrei solo ricordare che, se siete preoccupati, potete votare secondo coscienza senza dover mai dire una parola a nessuno».

L’ex rappresentante repubblicana del Wyoming ha parlato con il direttore del New Yorker, David Remnick, durante il 25° New Yorker Festival sabato. Cheney ha anche commentato di aver disdetto il suo abbonamento al Washington Post dopo l’annuncio del giornale, di proprietà di Jeff Bezos, in cui si afferma che il quotidiano “torna alle nostre radici di non sostenere candidati presidenziali”, segnando la prima volta dal 1988 che non ne sostiene uno. Cheney ha detto sul palco: «Riguardo al Washington Post, prima di tutto, è paura». Ha proseguito: «Quando hai Jeff Bezos apparentemente spaventato all’idea di esprimere un endorsement per l’unico candidato in gara che è un adulto responsabile e stabile perché teme Donald Trump, questo ti dice perché dobbiamo lavorare così duramente per assicurarci che Trump non venga eletto».

Harris ha ottenuto anche l’appoggio di Susan Ford Bales, la figlia di un altro ex presidente repubblicano, il defunto Gerald Ford. Il padre di Bales entrò in carica dopo le dimissioni di Richard Nixon in seguito al Watergate nel 1974. «L’America non può regredire a un paradigma divisivo di disgusto reciproco e disprezzo per la nostra Costituzione», ha scritto Bales il 21 ottobre. «Il 6 gennaio abbiamo assistito agli orrori di questa situazione e non possiamo permettere che si ripeta»

6 Novembre 2024

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