La Libra è tornata in attività. La Libra è la nave molto grande e costosa che è stata dal governo italiano messa a disposizione per trasportare nei campi di concentramento italiani in Albania i naufraghi catturati in mare. La prima missione della Libra, una ventina di giorni fa, andò maluccio. Riuscì a prendere solo 16 naufraghi, ma quattro fu costretta a restituirli subito perché non avevano le caratteristiche richieste dal decreto acchiappa-profughi, e gli altri dodici, dopo pochi giorni, sono stati liberati dall’autorità giudiziaria che ha giudicato la loro cattura, e l’applicazione di quella che si chiama “procedura accelerata”, in contrasto con le norme europee.
QUANTO COSTA DEPORTARE I MIGRANTI IN ALBANIA
Ora il governo, guidato dal ministro Piantedosi – che, da quando è ministro, ne ha azzeccata neanche una! – ha deciso di tornare a fare la faccia feroce. Sulla Libra, che ha posto comodo per oltre 60 naufraghi, ne ha imbarcati stavolta otto, e li sta trasferendo in Albania. È assai probabile che anche questi otto saranno liberati nei prossimi giorni. Intanto l’economo del governo sta contando le spese. È disperato, con le mani nei capelli. Non si tratta di alcune centinaia di euro. Parliamo di cifre molto consistenti. Tra uso della Libra, costo della struttura, soprassoldo da destinare al personale militare in trasferta e varie altre spese, si arriva quasi a un milione e mezzo al mese. Se calcolate che nell’ultimo mese sono stati portati solo otto profughi ci sono due possibilità.
Una, improbabile, è che l’autorità giudiziaria di il via libera alla detenzione, e allora gli otto naufraghi saranno costati tra i 150mila e 200mila euro a testa per questo primo mese (diviso per trenta fa, se non sbaglio, più di 5mila euro al giorno per profugo). La seconda ipotesi è che l’autorità giudiziaria restituisca la libertà ai naufraghi innocenti, e allora il milione e mezzo andrà del tutto disperso. E per di più andranno anche disperse le forze delle decine di carabinieri mandati inutilmente in Albania, mentre magari – se è vero, come strilla sempre la destra, che qui da noi c’è un crescente problema di sicurezza – avrebbero potuto essere utilizzati in patria.
Diciamo che al momento l’impresa di Albania – come già avvenuto molti anni fa – non ha portato fortuna al governo italiano. Ieri il ministro Piantedosi ha spiegato alla stampa che i naufraghi che sono in corso di deportazione in Albania sono solo otto perché è stata fatta una “severa” selezione in modo da evitare che siano deportate persone non sottoponibili alla deportazione. Vedete bene: ferocia e ridicolo si incrociano e compongono una miscela che potrebbe anche diventare esplosiva. Non ci vuole molto per capire che questa storia dell’Albania è il risultato di una semplice e costosissima operazione di propaganda politica. In particolare il presidente del Consiglio vuole evitare di essere scavalcata da Salvini nella campagna xenofoba, che molti sondaggisti ritengono possa portare una discreta quantità di voti alla destra.
LA GARA A CHI È PIÙ XENOFOBO TRA LEGA E FDI
Probabilmente Fratelli d’Italia teme che il processo di Palermo contro Salvini – accusato addirittura di sequestro di persona per avere bloccato per molti giorni una nave delle Ong piena di profughi – possa diventare per la Lega un momento di aggregazione politica di spinte xenofobe, e su questo terreno la concorrenza tra i due partiti di destra è molto forte. L’idea del campo di concentramento albanese risponde proprio alla necessità di rispondere al rischio di una avanzata della Lega. Solo che tutta l’operazione è stata gestita in modo molto dilettantesco. E per ora sta producendo solo fortissimi danni economici. L’idea che l’Albania potesse diventare un modello per favorire operazioni di deportazione da tutti i paesi europei forse ormai è naufragata. È l’unico naufragio che ci auguriamo.