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Trump eletto presidente: le reazioni nel mondo e cosa cambia in Ucraina e Israele

AP Photo/Alex Brandon – Associated Press / LaPresse

AP Photo/Alex Brandon - Associated Press / LaPresse

Sulle note di “God bless the Usa”, Donald Trump è salito sul palco del Convention Center di Palm Beach, con tutta la famiglia al seguito, per il suo primo discorso come futuro 47esimo presidente degli Stati Uniti. «Questa è una magnifica vittoria che ci consentirà di rendere l’America di nuovo grande». Queste le parole con cui Trump ha celebrato il raggiungimento di voti a suo favore da parte di 270 seggi, il numero con cui si raggiunge effettivamente la vittoria. E non sono tardate ad arrivare le congratulazioni dei leader internazionali.

La prima reazione è arrivata da Viktor Orbán, che ha definito il successo del candidato repubblicano come “il più grande ritorno nella storia politica degli Stati Uniti! Congratulazioni al presidente Donald Trump per la sua enorme vittoria. Una vittoria necessaria per il mondo!”. A seguire, il Presidente francese Emmanuel Macron, si è congratulato con il tycoon, pur mantenendo un tono distaccato e formale. Così su X: “Congratulazioni, presidente Donald Trump. Pronto a lavorare insieme, come abbiamo fatto per quattro anni, con le vostre convinzioni e le mie. Con rispetto e ambizione. Per più pace e prosperità”. Tra i messaggi di congratulazioni, uno di quelli che ha fatto parlare di più per il tono di stima nei confronti del neo-eletto presidente americano, è stato quello del Premier inglese Keir Starmer, pubblicato su X, in cui si è congratulato con Donald Trump per la sua “storica vittoria elettorale”, aggiungendo di “non veder l’ora di lavorare” con lui. «In quanto stretti alleati, siamo fianco a fianco in difesa dei nostri valori condivisi di libertà, democrazia e spirito imprenditoriale» – ha scritto Starmer.

Anche dalle istituzioni europee non hanno tardato ad arrivare congratulazioni e auguri per il nuovo mandato. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: “Non vedo l’ora di lavorare di nuovo con il presidente Trump per promuovere una forte agenda transatlantica. L’Unione europea e gli Stati Uniti sono più che semplici alleati. Siamo legati da una vera partnership tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini. Questo legame è profondo, radicato nella nostra storia comune, nell’impegno per la libertà e la democrazia e negli obiettivi comuni di sicurezza e opportunità per tutti. Lavoriamo insieme a una partnership transatlantica che continui a dare risultati per i nostri cittadini”.

Anche dall’Ucraina arrivano le congratulazioni e l’augurio del presidente Zelensky che la vittoria di Trump «aiuterà l’Ucraina a ottenere una pace giusta». Toni freddi invece da Mosca: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non sapere se Vladimir Putin si congratulerà con Donald Trump visto che gli Stati Uniti sono per loro “un Paese ostile, direttamente e indirettamente coinvolto in una guerra” contro la Russia. Il giudizio sulla presidenza del tycoon, ha aggiunto Peskov, verrà espresso in base a “passi concreti”.

Sul fronte mediorientale non ci sono state grandi sorprese per le reazioni dei leader. Mentre il ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è sbilanciato definendo il ritorno di Trump alla Casa Bianca come “una enorme vittoria” che “offre un nuovo inizio per l’America e un forte impegno a favore della grande alleanza tra Israele e America”, dall’Iran si commenta il cambio di leadership americana con disinteresse. E mentre Abu Mazen, leader dell’Olp, si lancia nel congratularsi con il tycoon per la vittoria, scrivendo su X che “Trump sosterrà le legittime aspirazioni palestinesi”, Hamas è cauto e si ripropone di valutare sulla base dei fatti questa presidenza.