X

Gaza, 70% delle vittime di Israele sono donne e bambini: gli USA costringono alla riapertura del varco di Kessufim

Palestinians mourn relatives killed in the Israeli bombardment of the Gaza Strip, at a hospital in Deir al-Balah, Tuesday, Oct. 1, 2024. (AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press/LaPresse

Palestinians mourn relatives killed in the Israeli bombardment of the Gaza Strip, at a hospital in Deir al-Balah, Tuesday, Oct. 1, 2024. (AP Photo/Abdel Kareem Hana) Associated Press/LaPresse

Secondo quanto riportato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani quasi il 70% delle vittime verificate nella guerra in corso nella Striscia di Gaza sono donne e bambini. Le operazioni di Israele sono scattate in risposta agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 nel sud dello Stato Ebraico. La situazione è allo stremo da tempo, un’emergenza gravissima anestetizzata nell’attenzione mediatica ma tutt’ora in corso. Secondo fonti israeliane citate dal quotidiano progressista Haaretz Israele ha intenzione di prendere il pieno controllo militare del territorio del nord della Striscia, dove non ha intenzione di far tornare i civili sfollati dalla guerra.

Per l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani quello che sta succedendo a Gaza è una violazione sistematica dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario. Stando al conteggio dell’Ufficio che riguarda i primi sette mesi del conflitto sono 8.119 le vittime accertate. Un dato infinitamente più basso rispetto a quello riportato quotidianamente dall’organizzazione islamista.

L’ultimo bollettino diffuso infatti  dal ministero della Salute di Gaza controllato da Hamas ha parlato di almeno 43.508 vittime e 102.684 feriti nella Striscia dall’inizio delle operazioni dello Stato Ebraico. È un dato raccapricciante, non verificabile al momento. Ad ogni modo, “è essenziale che le accuse di gravi violazioni del diritto internazionale vengano valutate da organi giudiziari credibili e imparziali e che, nel frattempo, vengano raccolte e conservate tutte le informazioni e le prove pertinenti”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk.

Israele non ha commentato subito la notizia, ha intanto fatto sapere che riaprirà il varco di Kessufim al confine della Striscia di Gaza, per permettere l’ingresso di più aiuti umanitari. L’esercito ha fatto sapere che sarà aperto quando la pavimentazione della strada e la costruzione delle strutture per ispezionare le merci di passaggio saranno complete. Lo scorso ottobre gli Stati Uniti avevano sollecitato la riapertura del varco per garantire la consegna degli aiuti umanitari minacciando una diminuzione del sostegno militare. Avevano dettato una scadenza entro il 13 novembre.

L’esercito ha intanto anche ammesso che non ha intenzione di far ritornare i civili palestinesi nel nord della Striscia, dove sta conducendo un attacco massiccio da circa un mese. A nord della città di Gaza, nel campo profughi di Jabalia e nelle località di Beit Hanoun e Beit Lahia. Secondo Associated Press gli attacchi di questa fase sono stati i peggiori dall’inizio della guerra. Sarebbe andata distrutta gran parte delle infrastrutture civili per impedire ai civili di tornare nell’area. Israele resta sotto indagine per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia.