L'atleta algerina
Imane Khelif, la pugile medaglia d’Oro denuncia dopo lo scoop dei referti sospetti: “Ha i testicoli”
Ancora attuale e aperto il caso della boxeur protagonista alle Olimpiadi di Parigi 2024. In un articolo di "Le Correspondant" si leggeva di "testicoli nell'addome e di una composizione cromosomica XY"
News - di Redazione Web
Imane Khelif, la pugile algerina medaglia d’Oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, intraprenderà un’azione legale contro chi ha reso pubblici presunti referti medici diffusi a sostegno della tesi che avrebbe dei testicoli interni. E che quindi sarebbe un uomo. A dare la notizia il Comitato Olimpico Internazionale, CIO. A Khelif diedero del trans e dell’uomo. Non è mai stato così secondo il CIO, almeno al momento non c’è alcuna evidenza a supporto della tesi diventata pretesto di strumentalizzazione politica, soprattutto in Italia. Khelif è stata citata perfino da Donald Trump, sul suo corpo si è tenuto uno scontro tra progressisti e reazionari senza esclusione di colpi.
Khelif ha 25 anni, algerina, gareggiava nella categoria dei 66 chili, peso welter. Era arrivata a Parigi, come la pugile taiwanese Lin Yu Ting, dopo una durissima controversia con l’International Boxing Association (IBA) che le aveva sospese dai Mondiali di Nuova Delhi, in India, dopo aver certificato la presenza di “cromosomi XY”. L’IBA però, per accuse di corruzione, era stata disconosciuta come la federazione ufficiale per il pugilato alle Olimpiadi. Sia la pugile algerina che quella di Taipei erano state ammesse ai Giochi dal CIO. Entrambe sono arrivate all’oro dopo aver attraversato una lunga disputa di genere.
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Il caso Imane Khelif
Il caso di Khelif in particolare era diventato molto mediatico in Italia per via dell’incontro con Angela Carini, la pugile azzurra che si ritirò dopo soli 46 secondi di incontro. Disse all’angolo di non aver mai sentito tanto dolore quanto quello provocato dai pugni della pugile algerina. Khelif, con la medaglia d’oro al collo, aveva dichiarato: “Sono pienamente qualificata per partecipare a questa competizione: sono una donna. Sono nata donna, ho vissuto come donna e ho gareggiato come donna. Non c’è dubbio che ci siano nemici del mio successo e questo gli dà un sapore speciale, proprio a causa di questi attacchi”.
Gli ultimi articoli sui referti medici di Imane Khelif
Il giornalista francese Djaffar Ait Aoudia aveva pubblicato i suoi articoli su Le Correspondant. Sosteneva di aver visionato un referto medico risalente a giugno 2023, sottoscritto da medici dell’ospedale Kremlin-Bicetre di Parigi e dell’ospedale “Mohamed Lamine Debahine” di Algeri, che riportava la “presenza di testicoli interni e di una composizione cromosomica XY, che potrebbe indicare una condizione genetica nota come deficit di 5-alfa”. L’articolo è diventato virale con l’immediata conseguenza di lasciar intendere che Khelif sia maschio.
La notizia pubblicata da Le Correspondant sosteneva che l’atleta fosse DSD, ovvero caratterizzata da “differenze nello sviluppo sessuale”. Aveva parlato di due testicoli nascosti dell’addome. Aveva descritto Khelif come “un uomo nel guscio di una donna”. Djaffar Ait Aoudia non ha pubblicato il documento completo ma soltanto alcune parti dello stesso. “Imane Khelif: ni ovaires ni utérus, mais des testicules …”, il titolo dell’articolo che non poco tempo era diventato virale. Come ricostruito in un articolo di Open, uno dei professori citati dal giornalista ha smentito di aver lavorato al referto e di averlo commentato all’università. I nomi dei medici che avrebbero firmato il referto sono stati inoltre modificati nel tempo.
Il comunicato del CIO sul caso Khelif
“Sappiamo che Imane Khelif ha intrapreso un’azione legale contro le persone che hanno commentato la sua situazione durante i Giochi olimpici di Parigi 2024 e sta anche preparando una causa in risposta alle ultime segnalazioni”, ha affermato un portavoce del CIO che ha precisato. “Il CIO non rilascerà dichiarazioni mentre è in corso un’azione legale o sui resoconti dei media su documenti non verificati la cui origine non può essere confermata”. Il Comitato ha comunque ricordato che Khelif ha gareggiato nella boxe femminile per anni, incluse le Olimpiadi di Tokyo, e che in diverse occasioni ha perso. Non ha mai dato impressione di uno strapotere fisico incolmabile anche se alle Olimpiadi di Parigi ha dominato tutti gli incontri nella sua categoria. “Il CIO si impegna a proteggere i diritti umani di tutti gli atleti che hanno preso parte ai Giochi olimpici secondo la Carta olimpica, il Codice etico del CIO e il Quadro strategico del CIO sui diritti umani. Il CIO è rattristato dagli abusi che Imane Khelif sta attualmente subendo”.