Decreti e polemiche

Napoli violenta, don Patriciello contro Saviano: “Meloni al Parco Verde, tu mai tornato a Caivano dopo ‘Gomorra’”

Il parroco contro lo scrittore: "Gli ultimi omicidi non dimostrano il completo fallimento del modello Caivano, noi dobbiamo essere al di sopra delle parti. Essere coscienza critica"

Cronaca - di Redazione Web

10 Novembre 2024 alle 12:58

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COLLAGE DI FOTO DA LAPRESSE
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Parole durissime di don Maurizio Patriciello contro lo scrittore Roberto Saviano. Il parroco del Parco Verde di Caivano, conosciuto per essere una delle piazze di spaccio più grandi d’Europa e per alcuni casi di cronaca nera saliti all’attenzione mediatica nazionale, ha sfidato l’autore di Gomorra sulla punta di penna degli editoriali e dei commenti scritti dopo l’omicidio, l’ennesimo di un giovanissimo nel Centro Storico di Napoli. Si chiamava Arcangelo Correra e aveva 18 anni, è morto a causa di un colpo di pistola alla fronte. È stato fermato il cugino, 19 anni, Renato Caiafa fratello di quel Luigi ucciso da un poliziotto durante una tentata rapina nel 2020.

Saviano aveva già scritto sul tema nelle ultime settimane, giorni dolorosi e terrorizzanti per Napoli dove a morire sotto i colpi delle armi da fuoco sono stati altri due giovanissimi: Emanuele Tufano, 15 anni, nei pressi del Corso Umberto, e Santo Romano, 19 anni, a San Sebastiano al Vesuvio. Saviano sui suoi social e su Il Corriere della Sera aveva scritto dell’assenza delle istituzioni, della Napoli invasa dal turismo che nasconde gli interessi della criminalità, delle organizzazioni che sono le uniche a investire per davvero nei giovani. E del decreto Caivano: quello voluto dal governo Meloni dopo il caso degli stupri di gruppo ai danni di due cugine minorenni del Parco Verde.

“No, Roberto – ha scritto Patriciello in un post sui social – gli ultimi omicidi non dimostrano affatto il completo fallimento del modello Caivano, ma sono il frutto avvelenato e velenoso di decenni di disattenzione verso il dramma della camorra, della terra dei fuochi, delle problematiche giovanili, delle nostre bistrattate periferie”. Un’accusa di parzialità, partigianeria, opposizione a prescindere, di poca onestà intellettuale quindi. Fermo restando tutti i limiti e le criticità di un decreto miope e insufficiente.

Il commento di Roberto Saviano alla morte di Arcangelo Correra

“Volere danaro, volere esser fighi, voler avere carisma e rispettabilità e ottenere questo scegliendo di avere una pistola, di unirsi a una paranza. Ma queste – aveva commentato subito ieri sui social Saviano dopo la notizia della morte di Correra – non solo le regole della strada ma le regole del mondo in cui tutti ci muoviamo, solo che questi ragazzini scelgono per raggiungere gli obiettivi che tutti rincorrono diventando criminali ragazzini, aspiranti camorristi e in alcuni casi affiliati. Non c’e’ altro destino sparare o essere sparati”.

 

 

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La risposta di don Patriciello a Saviano

“Gli ultimi tre orribili omicidi avvenuti a Napoli dovrebbero bastare per farci diventare più intellettualmente onesti, pensosi, umili; più veri. Dovremmo tutti arrossire di vergogna e chiedere perdono ai ragazzi per le ruberie perpetrate negli anni da politici che hanno pensato a riempire solo le loro tasche. Per lo spreco – enorme – di denaro pubblico. Per non essere stati in grado di bloccare le tonnellate di droga che hanno invaso la Campania e l’ Italia. Per avere costruito impensabili quartieri con materiali fatiscenti per ammassarvi migliaia di persone lasciandole poi in balia di prepotenti e camorristi. Guarire una persona influenzata è facile. Richiamare in vita un ammalato grave è cosa molto più complessa”.

“E Parco Verde, il centro sportivo ridotto a un immondezzaio puzzolente, il comune di Caivano sciolto per la seconda volta per infiltrazione mafiose, il dramma ambientale e sanitario, i mille clan della camorra che ci angariano da sempre, la disoccupazione atavica che affligge la nostra terra, il lavoro in nero, l’evasione scolastica, la pigrizia di tanta gente ‘buona’ che non disdegna di insozzare e occupare strade e marciapiedi, meriterebbero un’analisi più onesta, più severa. Per amore di questo nostro popolo bistrattato occorre andare al di là degli slogan e degli stereotipi. Invece. Roberto Saviano scrive che ‘gli omicidi dimostrano il fallimento completo del modello Caivano’. Falso“.

“Caro Roberto, sono passati quasi 20 anni da quando – sconosciuto giornalista – venisti al Parco Verde per scrivere dell’omicidio di un nostro ragazzo di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro Gomorra. Da allora – lo sai bene – ti ho invitato tante volte a ritornare. A dare voce alle nostre voci. Non lo hai mai fatto. Non sei mai venuto. In questi 20 anni – pensa a quanti governi si sono succeduti e da chi erano formati – le cose sono andate di male in peggio. Non poteva che essere così. Lasciato a se stesso il degrado peggiora; l’ammalato si aggrava e muore. Ho chiesto aiuto a tutti. I colori politici non mi hanno mai impressionato. Sono un prete. Un uomo libero. I rischi di essere frainteso e deriso ci sono. Pazienza.

“Il presidente del Consiglio dei ministri della nostra repubblica, l’anno scorso, ha accolto il mio invito. È venuta. È ritornata. Quel che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti. Di tutte le persone oneste che vogliono vedere. Certo, è poca cosa rispetto al gran lavoro che dovrà essere fatto. I miracoli li fa Dio. La bacchetta magica ce l’ha la fata. Nessuno ha mai creduto che in un solo anno, un luogo dove – parola di Vincenzo De Luca – ‘lo Stato non c’è. Punto’ sarebbe diventato il paradiso terrestre. Si sta lavorando. Con fatica. Avrai saputo che Parco Verde non è più una delle più grandi piazze di spaccio d’Europa. Qualcosa si muove. Giorgia Meloni ha risposto al mio appello. Un merito che altri, prima di lei, non hanno voluto o potuto prendersi. La verità è limpida come l’acqua di sorgente”.

“Se vuoi bene al tuo popolo, non remare contro. Si perde solamente tempo. Lascia che lo facciano i politici di professione. Noi, preti, giornalisti, scrittori, intellettuali, dobbiamo essere capaci di stare al di sopra delle parti. Essere coscienza critica. Sempre con le mani pulite. Viceversa, non saremmo credibili. No, Roberto, gli ultimi omicidi non dimostrano affatto il completo fallimento del modello Caivano, ma sono il frutto avvelenato e velenoso di decenni di disattenzione verso il dramma della camorra, della terra dei fuochi, delle problematiche giovanili, delle nostre bistrattate periferie. Ti auguro ogni bene. E ti invito ancora una volta a ritornare al Parco Verde. Dio ti benedica. Padre Maurizio Patriciello”.

10 Novembre 2024

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