Io sono ancora qua
Giampaolo: il “Maestro” bruciato ritorna in Serie A contro ogni pronostico, un Revenant a Lecce
In 7 giornate sulla panchina del Milan passò da predestinato a impostore a suon di aforismi. "Meglio affogare nell’oceano che in un bicchiere d’acqua". Non allena dalla fine del 2022
Sport - di Antonio Lamorte
Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.
Come si fa, in sette giornate di campionato, a passare in giudicato da “Maestro” a brocco, impostore, sopravvalutato è un incantesimo che riesce bene ai media italiani: quelli che esaltano e incensano per un nonnulla, gli stessi che giustiziano e stroncano in un attimo. Marco Giampaolo a un certo punto portava davvero le stimmate del maestro. Celebrato da Maurizio Sarri, secondo alcune voci consigliato nientepopodimeno che da Arrigo Sacchi all’ambiente Milan.
- Balotelli: play it again SuperMario, la clamorosa Last Dance al Genoa per smontare la Serie A
- Pohjanpalo: tutta Venezia sulle spalle del “Doge”, i gol del capitano e i soldi di Drake per una salvezza durissima
- Moise Kean: il “nuovo Balotelli” che si era perso, la rinascita alla Fiorentina per sognare anche l’Italia
- Paulo Fonseca: l’allenatore del Milan, leader silenzioso cui non “frega un casso” anche se ti chiami Leao
110 giorni durò quell’avventura, un vortice di sconfitte, sconforto, acrobazie dialettiche e aforismi funambolici che consacrarono l’allenatore nato in Svizzera ai posteri delle pagine satiriche di calcio, oggi ringalluzzite alla vigilia di una sonnolenta pausa Nazionali che metterà in ghiacciaia il campionato di Serie A per un paio di settimane. Il Lecce – già con l’acqua alla gola: terzultimo, 9 punti in 12 giornate – ha scelto proprio Giampaolo per provare a raggiungere una durissima Salvezza dopo l’esonero di Luca Gotti. Un ritorno da vero Revenant, per riprendersi tutto contro ogni pronostico. Qualcosa di ancora più terminale di un’ultima chance, una scelta così sorprendente da apparire ammantata di un’aura speciale: la grazia nevrotica del tifoso che spera che una partita persa, per un errore arbitrale o altre peripezie, venga rigiocata o assegnata a tavolino.
🟡🔴 𝘽𝙚𝙣𝙫𝙚𝙣𝙪𝙩𝙤 𝙈𝙞𝙨𝙩𝙚𝙧 𝙈𝙖𝙧𝙘𝙤 𝙂𝙞𝙖𝙢𝙥𝙖𝙤𝙡𝙤!
✍🏻 L’U.S. Lecce comunica che la conduzione tecnica della Prima Squadra è stata affidata a mister Marco Giampaolo.https://t.co/bbAZN8PW11 pic.twitter.com/IiLHeC5YNV
— U.S. Lecce (@OfficialUSLecce) November 11, 2024
Giampaolo fu calciatore da serie minori, al massimo fino in Serie B, prima che un brutto infortunio alla caviglia lo condannò a lasciare il calcio giocato anzitempo. Si è seduto sulle panchine di Ascoli, Cagliari, Siena, Catania, Cesena, Brescia, Cremonese, Empoli, Sampdoria, Milan, Torino e ancora un’ultima volta Sampdoria. Bilancio di 137 vittorie, 107 pareggi e 179 sconfitte in totale. Al Milan l’occasione che gli sembrava dovuta e destinata dopo la sua migliore annata alla Sampdoria e una serie di endorsement non da poco. Nessuna paura per quel grande salto in alto, fiducioso nel suo celebrato calcio propositivo.
“Meglio affogare nell’oceano che in un bicchiere d’acqua”, disse citando il maestro Galeone di fronte alle difficoltà. Si disse, paragonato ad Antonio Conte, non impaziente né esteta ma “un onesto lavoratore della vigna”. E a chi gli imputava una sorta di integralismo tattico si disse “a volte sciocco, altre talebano”. Andò a finire come sappiamo. La sua ultima volta in panchina è stata a fine 2022, ancora la Sampdoria. Ci si siederà di nuovo lunedì 25 novembre contro il Venezia, per un’importante sfida Salvezza. Avrà un paio di settimane per prepararla. Ci sarà forse tempo, oltre che per il pallone, per spiegare uno dei suoi aforismi più criptici: “Chi fa la cacca sulla neve, prima o poi si scopre”. Una frase che fa ridere, ma anche riflettere.
La classifica di Serie A alla 12esima giornata di campionato
A Milano un’incertezza di Meret e un rigore fallito da Calhanoglu: finisce 1 a 1 il big match tra Inter e Napoli con la squadra di Antonio Conte che mantiene la testa della classifica e non perde la testa dopo il durissimo 3 a 0 sofferto in casa con l’Atalanta. Che invece non perde il passo: anche se non con la consueta brillantezza, regola 2 a 1 l’Udinese. Torna a vincere la Juventus, 2 a 0 nel derby della Mole contro il Torino. E vince invece la Lazio, 1 a 0 al Monza, di Baroni passato in pochi mesi da sorpresa a certezza. Si complica le cose il Milan che pareggia 3 a 3 in casa del Cagliari. Dopo la sconfitta contro il Bologna, finisce la parentesi disastrosa di Juric alla Roma.