Il grave scandalo

L’arcivescovo di Canterbury si dimette, scandalo nella Chiesa anglicana: amico di un pedofilo che protesse per anni

Esteri - di Redazione

12 Novembre 2024 alle 16:23

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L’arcivescovo Justin Welby
L’arcivescovo Justin Welby

Sulla Chiesa anglicana si abbatte uno dei più grandi scandali di sempre. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, la massica carica della Chiesa dopo il sovrano re Carlo III, si è dimesso dopo l’emergere di una tremenda storia di abusi sessuali su minori su cui l’arcivescovo non avrebbe indagato a dovere.

Welby aveva inizialmente provato a resistere al suo posto, dicendosi “dispiaciuto” per le vittime ma giustificandosi chiarendo che negli anni non gli erano “mai arrivati sospetti di quel genere, quindi non mi dimetto”.

Le dimissioni dell’arcivescovo di Canterbury

Una posizione che l’arcivescovo di Canterbury ha potuto mantenere per poco: prima la richiesta di lasciare l’incarico arrivata da Helen-Ann Hartley, vescovo di Newcastle (nella Chiesa anglicana vi è parità dei sessi, ndr), poi le dichiarazioni del primo ministro laburista Keir Starmer che da Baku, in occasione della Cop29 delle Nazioni Unite sul clima, ha addossato sulla seconda carica della Chiesa anglicana le responsabilità dello scandalo.

“Credo che farmi da parte sia nell’interesse della Chiesa d’Inghilterra, che amo profondamente e che ho avuto l’onore di servire”, ha annunciato l’arcivescovo di Canterbury in un comunicato in cui ha reso noto le sue dimissioni.

Lo scandalo molestie nella Chiesa anglicana

L’addio di Welby arriva dopo il riesplodere di un vecchio caso riguardante le gravi molestie sessuali compiute da un volontario, l’avvocato John Smyth, nei campi estivi organizzati dalla Chiesa anglicana.

I primi a parlare di Smyth furono i giornalisti di Channel 4 nel 2017, in una inchiesta in cui accusavano l’avvocato di aver sessualmente e fisicamente di un centinaio di bambini e ragazzi maschi tra gli anni Settanta e Ottanta nel Dorset, in Inghilterra. L’uomo circa una quindicina di anni fa si era poi trasferito in Africa, dove avrebbe incredibilmente continuato i suoi abusi su altre centinaia di bambini, fino alla morte all’età di 75 anni nel 2018, il tutto senza mai venire incriminato.

I fari su Smyth si sono riaccesi con la pubblicazione di un dossier sull’avvocato-pedofilo redatto dal legale Keith Makin, in cui sui rivela come la Chiesa anglicana sapesse dei comportamenti di Smyth, ai più alti livelli, già dal 2013. Eppure nessuno intervenne per denunciare l’uomo alle autorità britanniche o africane, permettendo all’avvocato e volontario di continuare i suoi abusi sui minori.

Il ruolo dell’arcivescovo Welby

Il fattore temporale, e non solo, ha un ruolo chiave nelle dimissioni dell’arcivescovo Welby. Quest’ultimo nel 2013 era appena diventato la seconda carica più importante della Chiesa: nel 2017, quando Channel 4 si occupò del caso, si giustificò dicendo che sia lui che l’istituzione non erano a conoscenza di quei fatti e che “se avessi saputo di uno scandalo di queste proporzioni mi sarei certamente attivato”.

Invece l’inchiesta indipendente denuncia che Welby fosse a conoscenza dei comportamenti di Smyth già dal 2009, quattro anni prima della sua nomina ad arcivescovo. Non solo: per un lungo periodo Welby ha avuto un legame di amicizia con l’avvocato-pedofilo, frequentando anche lui quegli stessi suoi campi estivi giovanili teatro delle violenze. Una posizione che si era fatta pesantissima per l’arcivescovo e numero due della Chiesa anglicana, fino alle dimissioni ufficializzate oggi.

Welby avrebbe dovuto andare in pensione nel gennaio del 2026, raggiunti i 70 anni di età, ma le dimensioni assunte dallo scandalo l’hanno costretto alle dimissioni anticipate

di: Redazione - 12 Novembre 2024

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