La crisi a Berlino
Elezioni in Germania, c’è una data: accordo tra Scholz e l’opposizione per il ritorno al voto anticipato
La crisi politica in Germania sia avvia verso una conclusione piuttosto rapida. La Spd, il partito socialdemocratico del cancelliere Olaf Scholz, ha trovato l’accordo con la Cdu, l’Unione Cristiano-democratica di centrodestra e principale partito di opposizione a governo “semaforo” composto da Spd, Verdi e Liberali, ha trovato un accordo sulla data delle elezioni anticipate.
I tedeschi torneranno al voto il 23 febbraio del 2025, elezioni che si terranno dopo che nel Bundestag, il parlamento federale tedesco, si ufficializzerà la crisi di governo con il voto di fiducia: ad oggi Scholz non ha ancora ufficializzato quando verrà convocato per sancire l’assenza di una maggioranza parlamentare dopo l’addio dei Liberali.
La Germania torna al voto
Anche il ritorno al voto non è ancora ufficiale: la decisione definitiva per legge spetta infatti al presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier. Dopo che Scholz avrà perso il voto di fiducia al Bundestag, che secondo i media tedeschi dovrebbe tenersi il 16 dicembre, il cancelliere potrà chiedere a Steinmeier di sciogliere il parlamento: a quel punto le elezioni devono tenersi entro 60 giorni.
Friedrich Merz, leader e candidato cancelliere della CDU, avrebbe voluto che la votazione sulla fiducia venisse anticipata a novembre, così da tenere le elezioni entro il 19 gennaio, ovvero il giorno prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca per il suo secondo mandato.
Alla fine si è invece giunti ad un compromesso a metà strada tra gennaio e marzo: Scholz avrebbe voluto tempi più lunghi per tentare di approvare le principali misure economiche prima delle elezioni, anche se non è chiaro con quale sostegno politico al Bundestag.
La crisi di governo in Germania
La crisi di governo è esplosa, dopo mesi di evidenti difficoltà della maggioranza “semaforo”, per i disaccordi sulla legge di bilancio 2025 tra Spd e Verdi da una parte e Liberali dall’altra: ricette opposte sull’economia che avevano spinto Scholz a licenziare il ministro delle Finanze e leader dei Liberali Christian Lindner.
Ovviamente la reazione da parte dei Liberali è stata netta: l’FDP è uscito dal governo ritirando i propri ministri e lo stop al sostegno parlamentare al governo, che così non ha più i numeri per approvare i propri provvedimenti al Bundestag.