Gli scontri a Bologna
Un fascista dava ordini alla polizia a Bologna?
Un sindacato di polizia denuncia e protesta. C’è un filmato che mostra uno dei manifestanti di CasaPound che impartisce ordini a un funzionario
Editoriali - di Piero Sansonetti
Il ministro dell’Interno darà qualche spiegazione? È successo che il sindacato di polizia Silp Cgil ha denunciato un fatto gravissimo. Sostiene, in un comunicato ufficiale, che esiste un filmato dal quale risulta che sabato sera, a Bologna, un capo di CasaPound dava ordini alle forze di polizia. Diceva loro cosa dovessero fare.
Il sindacato di polizia naturalmente è indignato, anche perché questo episodio sarebbe avvenuto nel momento culminante della tensione, quando il cordone di polizia separava i fascisti dal corteo dei giovani di estrema sinistra che li contestava. Dice il sindacato che è inammissibile che la polizia prenda ordini dai manifestanti. E il fatto che i manifestanti siano fascisti magari non è una aggravante ma almeno non dovrebbe essere una scusante. Il filmato effettivamente esiste. E dopo il comunicato del sindacato di polizia non risulta che siano arrivate smentite. Né dal ministero né dai fascisti.
È chiaro che questo episodio solleva due problemi serissimi. Il primo è il dubbio che la denuncia del sindaco di Bologna, Lepore, il quale ha sostenuto che i fascisti sono stati mandati a Bologna dal governo, non sia campata in aria. Se c’è stata un’intesa tra i manifestanti e la polizia questa intesa può essere una conferma della tesi di Lepore. Il secondo problema riguarda la gestione della polizia. Chi è abbastanza vecchio, come chi scrive, ricorda che effettivamente negli anni Sessanta e anche nei Settanta, spesso, c’ erano momenti di intesa tra polizia e fascisti. Ma ora di tempo ne è passato moltissimo, la polizia si è democratizzata, la strategia della tensione che dominò in quel periodo la lotta politica è andata in pensione. Almeno: così sapevamo. Tornano quei tempi?
Del resto la reazione dei capi del governo agli incidenti avvenuti a Bologna non serve certo a diradare i dubbi. Salvini, che dovrebbe essere il vicepresidente del Consiglio (come in passato sono stati personaggi del calibro di Nenni, Forlani, De Martino…) ha elegantemente commentato i fatti di Bologna parlando di “zecche rosse” (però, gli va dato atto, non ha detto “dimmerda”) e proponendo la chiusura dei centri sociali. Cioè una misura di riduzione delle libertà politiche. Per trovare un precedente bisogna necessariamente, e non per amor di polemica, ritornare al periodo fascista. Per fortuna però Salvini non ha chiesto la chiusura anche dei partiti di sinistra, né dei giornali. Bisogna capire se la rinuncia è solo momentanea o se Salvini effettivamente è disposto a sopportare la presenza di partiti di opposizione.
Il viceministro appena il giorno prima se l’era presa con i sindacati che scioperano perché lo Stato, da molti mesi, non rinnova i contratti di lavoro. Salvini non ha preso in considerazione l’ipotesi che il disfacimento del trasporto pubblico, che va avanti da molti mesi, possa dipendere dall’inefficienza del ministero del Trasporto pubblico. E chi è il responsabile di questo ministero? Ohibò: Salvini. Svolti questi semplici e, mi pare, indiscutibili ragionamenti, torniamo a Bologna. Il sindacato di polizia, e anche diverse organizzazioni di sinistra e lo stesso sindaco di Bologna hanno detto che le autorità non avrebbero dovuto permettere la manifestazione dei fascisti.
Io penso il contrario. Penso che le manifestazioni vadano sempre autorizzate. Di sinistra o di destra che siano. È possibilissimo che i ragazzi di CasaPound siano stati mandati in piazza da forze della maggioranza, magari col benestare del governo. Ma questo non cambia le cose. Per me il diritto a manifestare è sacro. Così come è sacro il diritto di riunione e di iniziativa politica. Non c’è bisogno di condividere tutto ciò che fanno i centri sociali per dire che chi vuole chiuderli è un po’ fascista. Basta il buonsenso tanto caro a Salvini. Lo stesso buonsenso dovrebbe farci capire che proibire ai fascisti di essere fascisti è un’idea un po’ fascista…