Le dichiarazioni su X
Che interessi ha Elon Musk in Italia e perché difende Meloni e Salvini: le ingerenze del tycoon sulla politica europea
Il tycoon scrive su X, in riferimento al respingimento di rimpatrio per i migranti portati in Albania: “Questi giudici se ne devono andare”. Si scaglia così in difesa di Meloni e del suo governo, dopo che mesi fa lo aveva già fatto per Salvini
Politica - di Umberto De Giovannangeli
Dà dello stupido al cancelliere tedesco. Corre in soccorso dell’amica Giorgia bacchettando i giudici che hanno osato eccepire sulle deportazioni di migranti in Albania. Non potrà essere il successore di Donald Trump (è sudafricano), ma poco importa, visto che Elon Musk è già all’opera, h24, come “presidente ombra” degli Stati Uniti d’America. Musk interviene nel testa a testa tra il governo Meloni e i tribunali italiani sul trattenimento dei migranti nei Cpr in Albania. Il fondatore di Paypal e Tesla, commentando su Twitter la notizia postata da un utente sulla decisione di sospendere la convalida dei trattenimenti a Gjader di 7 migranti provenienti dall’Egitto e dal Bangladesh, ha scritto: “Questi giudici se ne devono andare” (“These judges need to go”).
Riccardo Magi di +Europa chiama direttamente in causa la premier: “Chissà se i patrioti Meloni e Salvini difenderanno la sovranità italiana dalle ingerenze del miliardario americano Elon Musk che chiede ai giudici di un Paese sovrano di andarsene? – scrive su X. – Perché Musk non si fa gli affari suoi? Forse pensa di intimidire i giudici italiani, ma l’Italia non è ancora l’Ungheria né la Russia di Putin, né tanto meno gli Usa di Trump con la giustizia assoggettata al potere politico”. Per il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: «L’attacco di Musk ai giudici italiani non solo è inaccettabile e un’ingerenza da braccio destro di Trump, ma è il segnale inequivocabile di quello che Musk vuole realizzare, ovvero costruire un’autocrazia tecnologica grazie al suo impero economico per fare a meno della democrazia». «Non so se dalle parti del governo questa volta si preoccuperanno di difendere il sovranismo, i confini dalle ingerenze di Musk», si chiede Nicola Fratoianni di Avs, sottolineando che «non c’è un conflitto con i giudici, da parte del governo c’è un conflitto con la legge».
Unica voce critica nel centrodestra, quella di Maurizio Lupi di NoiModerati: «Le parole di Elon Musk sono inopportune perché, addirittura dall’estero, alimentano uno scontro con la magistratura che il centrodestra non vuole. Non c’è un conflitto tra poteri dello Stato, tra governo e magistratura nel suo insieme, semplicemente riteniamo che alcuni tribunali abbiano preso delle decisioni sbagliate e strumentali». Un commento duro e preoccupato arriva anche dal Csm, con il laico Ernesto Carbone: «Le parole di Elon Musk contro i giudici italiani sono parole pericolose. Questi nuovi oligarchi che sfruttano mondi nuovi (come lo spazio, l’etere, i social e le nuove tecnologie) per controllare la politica mondiale, sono un pericolo per la democrazia. Dopo un’incursione nella politica tedesca oggi il giurista Elon Musk entra in modo violento criticando un potere delle Stato. Tutto questo è inaccettabile ma soprattutto pericoloso».
Il silenzio (imbarazzato e imbarazzante) del governo è rotto da Matteo Salvini, che si schiera con Musk: «Ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a 6 anni di galera per aver bloccato, da ministro dell’Interno, gli sbarchi di clandestini. Visto dall’estero tutto questo sembra ancora più incredibile». Non è la prima volta che il miliardario sudafricano, interviene in materia di migrazioni, in Italia e non solo. “È scandaloso che sia sotto processo per aver fatto rispettare la legge”, aveva scritto il tycoon su X commentando un post su Matteo Salvini, dell’opinionista della destra olandese Eva Vlaardingerbroek. E intervenendo sotto un altro post si era spinto anche oltre: “Dovrebbe essere quel giudice pazzo ad andare in prigione per sei anni. Esiste una causa legale contro Open Arms e i suoi finanziatori?”.
Col tycoon, è amore ricambiato. Non più tardi di qualche giorno fa, la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che da lui ha voluto farsi consegnare il “Global Citizen Award 2024” dell’Atlantic Council, con grande imbarazzo di quest’ultimo – a margine del Consiglio europeo. Dopo aver informato su un’amichevole telefonata con Musk, lo ha definito “un valore aggiunto” in questo tempo, “una persona che sicuramente ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti”, sottolineando: “penso che debba e possa essere un interlocutore”. Alla presidente del Consiglio si rivolge anche un altro “amico” di tempi recenti, applaudito frequentatore dei meeting di Atreju.
“La premier Giorgia Meloni? Può essere un ponte tra America e Europa, se resta fedele alle sue convinzioni fondamentali, sì”. Lo ha detto in una intervista al Corriere della Sera Steve Bannon, ex stratega della vittoria di Trump nel 2016, che guida il braccio mediatico del movimento Make America Great Again (Maga). Bannon aggiunge comunque che “non abbiamo bisogno di aiuto da nessuno in Europa. I populisti hanno preso questo Paese, Trump è un grande leader e sono certo che sarà magnanimo, ma il movimento Maga, che è più a destra di Trump, dirà che l’Europa non ha fatto nulla per gli Stati Uniti. Vi abbiamo salvati nella Prima e Seconda guerra mondiale, nella Guerra fredda e in Ucraina. Basta. Perché ci servirebbe un ponte? Abbiamo un modello, “America first”: riportare la sicurezza economica e lavorativa nel Paese. Se volete un partner, ok, sennò ok uguale. Al movimento Maga non serve un ponte, perché Le Pen, Farage e Orbán sono con noi. Raccomanderei a Meloni: sii ciò che eri quando i Fratelli d’Italia erano al 3%”.