La nuova amministrazione
Chi è Kristi Noem, scelta da Trump per la Sicurezza interna: sparò e uccise il suo cane “indisciplinato”
Esteri - di Redazione
Una squadra di “super falchi” per Donald Trump. Per il secondo mandato alla Casa Bianca il presidente eletto ha scelto di circondarsi esclusivamente di fedelissimi, o di personalità che nel corso degli anni lo sono diventati.
L’amministrazione Trump
I nomi più importanti e chiacchierati sono certamente quelli di Elon Musk, l’uomo più ricco del pianeta e Ceo di Tesla e SpaceX, diventato il più convinto sostenitore della campagna elettorale di Trump a cui ha donato oltre 100 milioni di dollari, e del senatore della Florida Marco Rubio. Il primo guiderò assieme all’imprenditore Vivek Ramaswamy, già sfidante di Trump alle primarie Repubblicane, il Doge, ovvero il nuovo Dipartimento per l’Efficienza governativa che avrà l’incarico di tagliare 2mila miliardi di dollari di spesa pubblica, “smantellare la burocrazia governativa, tagliare le regolamentazioni eccessive, tagliare le spese inutili e ristrutturare le agenzie federali”.
Il secondo avrà il delicatissimo incarico di segretario di Stato, l’equivalente del nostro Ministro degli Esteri: Rubio è un falco nei rapporti con Iran e Cina, in passato è stato durissimo anche nei confronti della Russia ma più recentemente, convertitosi al “trumpismo”, ha sottolineato che la guerra in Ucraina “deve essere portata a una conclusione”.
La nomina di Kristi Noem
Ma un terzo nome che stupisce nella futura amministrazione è quello di Kristi Noem, piazzata al dipartimento della Homeland Security, dove si occuperà di immigrazione.
Governatrice iper-repubblicana del South Dakota, 52enne esponente dell’ala MAGA del partito, nel dipartimento di cui è stata nominata segretaria si occuperà del controllo delle frontiere, dell’immigrazione, del Secret Service.
Il suo nome era emerso in primavera per il possibile ruolo di vicepresidente in una amministrazione a guida Trump, scelta poi ricaduta su JD Vance. Un ticket Trump-Noem saltato probabilmente a causa delle clamorose rivelazioni scritte dalla stessa governatrice del South Dakota nell’autobiografia “Non si torna indietro”.
L’uccisione del suo cane
Nel libro Noem ha infatti ammesso di aver sparato ad uno dei cani della sua famiglia, una cucciola di 14 mesi di nome Cricket, perché indisciplinata. Il cane da caccia avrebbe dovuto aggregarsi agli altri in possesso di Noem per le sue battute venatorie ma, durante la sua prima uscita, non avrebbe rispettato i comandi della governatrice “rovinando la caccia”. Tornando verso casa il cane aveva poi azzannato diverse galline in un vicino pollaio, tentando di mordere la padrona. Troppo per Noem, che la definisce “impossibile da addestrare”, “pericolosa per chiunque le si avvicinasse” e “del tutto inutile come cane da caccia”.
Per questo la nuova segreteria della Homeland Security decise di abbattere il cane: una mossa raccontata nel suo libro per sottolineare come, anche in politica, lei è pronta a fare qualsiasi cosa “difficile, complicata e brutta”, se necessaria.
Operazione che invece le si è ritorta contro, con una valanga di critiche dalla politica, anche dalle fila del Partito Repubblicano, e dalle associazioni che difendono i diritti degli animali, convincendo Trump a mollarla.