Il media britannico
Guardian lascia il social X, l’addio all’ex Twitter di Elon Musk: “Piattaforma tossica, chiudiamo i profili”
L'annuncio: "Contenuti inquietanti tra cui teorie cospirative di estrema destra e razzismo, Musk plasma il discorso politico". Il magnate ha comprato Twitter per 44 miliardi, prometteva di di liberarlo dai discorsi di odio tra destra e sinistra
News - di Redazione Web
Non una decisione presa su due piedi, assicurano nell’articolo. E però è a una settimana dalla vittoria alle elezioni presidenziali di Donald Trump, sostenuto sia finanziariamente che sul campo da Elon Musk, che il The Guardian, il principale quotidiano progressista del Regno Unito, ha annunciato che non pubblicherà più su nessun account editoriale ufficiale del media sul social media X, ex Twitter. “Pensiamo che i vantaggi di essere su X siano ora superati dagli aspetti negativi e che le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per promuovere il nostro giornalismo altrove”.
Elon Musk ha comprato Twitter a fine 2022 per 44 miliardi di dollari. “L’uccellino è libero”, il suo primo Tweet. Aveva spiegato di aver voluto comprare il social network spinto dall’“amore” e dalla voglia di “aiutare l’umanità” e in quanto “importante per il futuro della civilizzazione avere una piazza comune digitale dove un’ampia gamma di idee può essere discussa in modo salutare senza ricorrere alla violenza”. Allo stesso tempo metteva in guardia dal rischio che i social potessero diventare delle “camere di risonanza della destra o della sinistra che generano più odio e dividono il paese”. È diventato il principale sponsor e volto della campagna elettorale di Trump in tutto il mondo.
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Per il tycoon il social era finalmente arrivato in “mani sane” e non era più “guidata da lunatici e maniaci della sinistra radicale”. L’account di Trump era stato sospeso nel gennaio 2021 dopo gli attacchi dei suoi sostenitori al Congresso degli Stati Uniti. Era tornato a novembre 2022 dopo un sondaggio indetto da Musk sulla piattaforma. Aveva twittato di nuovo a luglio 2023 postando la sua foto segnaletica scattata in prigione dopo la consegna con il messaggio: “Interferenza elettorale. Mai arrendersi!”. Elon Musk ha ripristinato anche altri account vietati, tra cui anche quelli del teorico della cospirazione Alex Jones, dell’influencer misogino Andrew Tate e dell’attivista di estrema destra britannico Tommy Robinson. Su X hanno trovato spazio – come succedeva anche prima – teorie del complotto e discorsi violenti e divisivi oltre a fake news a scopo elettorale come successo proprio durante l’ultima campagna elettorale per eleggere il Presidente degli Stati Uniti.
Perché il The Guardian abbandona X
Il Guardian contava oltre 80 account su X con oltre 27 milioni di follower. Gli utenti iscritti al social potranno comunque continuare a condividere i contenuti del media così come il giornale integrerà eventualmente contenuti di X nei loro articoli. E ovviamente i giornalisti continueranno a utilizzare il sito per raccogliere notizie e potranno utilizzare il social per condividere i loro contenuti con i loro profili personali. Come accennato il giornale stava cominciando a pensare un’uscita dal social per via dei “contenuti spesso inquietanti promossi o trovati sulla piattaforma, tra cui teorie cospirative di estrema destra e razzismo”.
Why the Guardian is no longer posting on X https://t.co/LDuPGHcs2c
— Guardian news (@guardiannews) November 13, 2024
A determinare la decisione è stata la campagna elettorale degli Stati Uniti “servita solo a sottolineare ciò che abbiamo considerato per molto tempo: che X è una piattaforma mediatica tossica e che il suo proprietario, Elon Musk, è stato in grado di usare la sua influenza per plasmare il discorso politico”. E in effetti Elon Musk si è schierato esplicitamente a favore di Trump. Da poche ore è stato annunciato il suo ruolo all’interno dell’amministrazione: sarà a capo di un nuovo ente con compiti di consulenza riguardo al taglio delle spese delle agenzie federali. L’organo si chiamerà “dipartimento per l’efficienza del governo”, al vertice ci saranno l’imprenditore miliardario e Vivek Ramaswamy.
“I social media possono essere uno strumento importante per le organizzazioni giornalistiche e aiutarci a raggiungere nuovi pubblici, ma, a questo punto, X gioca un ruolo ridotto nella promozione del nostro lavoro. Il nostro giornalismo è disponibile e aperto a tutti sul nostro sito Web e preferiremmo che le persone venissero su theguardian.com e sostenessero il nostro lavoro lì. Fortunatamente, possiamo farlo perché il nostro modello di business non si basa su contenuti virali adattati ai capricci degli algoritmi dei giganti dei social media, ma siamo finanziati direttamente dai nostri lettori”.
L’anno scorso sia la National Public Radio, NPR, l’organizzazione mediatica statunitense senza scopi di lucro, che l’emittente televisiva PBS, avevano interrotto le pubblicazioni dopo che X le aveva etichettate come “media affiliati allo Stato”. Negli scorsi mesi era toccato al Festival del Cinema di Berlino, alla polizia del Galles del Nord, al Roya National Orthopaedic Hospital.