Il braccio di ferro
Ucraina nella Nato, Rutte accelera sull’ingresso di Kiev dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca: “Percorso irreversibile”
La Nato sente il fiato sul collo della prossima presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti e accelera ulteriormente sul processo che porterà l’Ucraina nell’Alleanza atlantica. Un processo “irreversibile”, come ribadisce il suo segretario generale Mark Rutte parlando in occasione dell’esercitazione Resolute Warrior in Lettonia, altro Paese in prima linea sul fronte orientale dell’Europa perché al confine con il territorio russo e per lo storico “sentimento anti-russo” per l’occupazione sovietica.
Una questione, quella dell’ingresso di Kiev nell’Alleanza, tornata prepotentemente sul tavolo dei vertici internazionali per due fattori: il pressing sempre più forte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e la paura di Kiev e dei suoi alleati europei per gli effetti del prossimo ritorno di Trump alla Casa Bianca.
È noto che il tycoon e gli uomini a lui più vicini, in larga parte nominati nella futura amministrazione, vogliono dare una svolta nei rapporti con Kiev e col Cremlino: l’obiettivo è il disimpegno americano, lo stop alla fornitura di armi e soldi all’Ucraina per far sedere al tavolo delle trattative Zelensky e Putin, con quest’ultimo che potrebbe arrivarci con una chiara posizione di vantaggio.
In quest’ottica si leggono dunque le dichiarazioni di Rutte. Per il segretario generale della Nato, che sembra essere già in rotta di collisione con i desiderata della futura amministrazione Trump, “è solo il il governo ucraino che può decidere di avviare colloqui con la Russia su come porre fine a tutto questo. Ma devono farlo da una posizione di forza, ed è per questo che dobbiamo continuare a fornire aiuti alla difesa in Ucraina per assicurarci che saranno in quella posizione di forza quando arriverà il giorno della loro decisione”.
Stati Uniti assenti all’esercitazione odierna, tema che non a caso è stato sottolineato dai cronisti nella conferenza stampa tenuta da Rutte. Tema su cui l’ex premier dei Paesi Bassi ha provato a stemperare le tensioni già forti con la prossima amministrazione: “Stati Uniti sono parte integrante della Nato. Hanno fondato l’Alleanza. Sono nella Nato per una ragione storica, per non ripetere l’errore della prima guerra mondiale, per non ripetere l’errore della seconda guerra mondiale. Sanno che questa è parte integrante della loro difesa, della nostra difesa, della nostra difesa collettiva”, le sue parole.
Saranno certamente più apprezzate da Trump le dichiarazioni di Rutte sulla richiesta agli alleati di spendere maggiormente nel riamo. “Sto incoraggiando gli alleati ad arrivare al 2% delle spese in difesa, che peraltro non basterà ed abbiamo già iniziato un dibattito al riguardo all’interno della Nato”, ha infatti chiarito il segretario generale dell’Alleanza atlantica all’Ansa a margine dell’esercitazione Resolute Warrior in Lettonia. Una risposta arrivata sul tema del mancato raggiungimento del target previsto dalla Nato dall’Italia e dagli altri partner europei.