L’autonomia non s’ha da fare

Autonomia differenziata, cosa cambia dopo la bocciatura della Consulta

Sebbene i giudici parlino di “illegittimità parziale”, è proprio il cuore della riforma che è incostituzionale. Provaci ancora, Calderoli!

Politica - di Redazione Web

15 Novembre 2024 alle 14:00

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Photo Claudio Furlan/Lapresse
Photo Claudio Furlan/Lapresse

L’autonomia non s’ha da fare. La Consulta passa come una ruspa sulla legge Calderoli. La Corte costituzionale “ha ravvisato l’incostituzionalità” di alcune norme chiave della riforma meglio nota come la secessione dei ricchi.

Decidendo sui ricorsi presentati dalle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, la Consulta ha giudicato illegittimi numerosi aspetti della legge: nello specifico, spiega un comunicato, “la possibilità che l’intesa tra lo Stato e la Regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, laddove la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola Regione, alla luce del principio di sussidiarietà; il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (Lep) priva di idonei criteri direttivi, con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento; la previsione che sia un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) a determinare l’aggiornamento dei Lep”.

In buona sostanza, la Consulta ha smontato il disegno di Salvini e soci nordisti, inseguito invano ormai da trent’anni. Demoliti i punti principali dell’autonomia per manifesta incostituzionalità, il referendum rischia di diventare marginale. Sebbene i giudici parlino di “illegittimità parziale”, è proprio il cuore della riforma che è incostituzionale. Provaci ancora, Calderoli!

15 Novembre 2024

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