Il folle discorso
Carmine Masiello, chi è lo ‘Stranamore’ capo dell’esercito italiano: meno pace e più guerra
Il governo farà finta di niente? Si può mantenere al vertice dell’esercito un ufficiale guerrafondaio?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Il capo dell’esercito italiano, che si chiama Carmine Masiello ed è stato nominato meno di un anno fa dal governo Meloni, vuole che il nostro esercito prepari la guerra. Dice che le missioni di pace sono troppo economiche e non servono a niente e che bisogna smantellare la burocrazia. Il pacifismo e la diplomazia sono cianfrusaglie. Masiello ha detto che l’esercito serve a fare la guerra e bisogna liberarsi dall’idea poco virile che la guerra è un tabù.
Non lo ha detto in segreto a qualche amico guerrafondaio. Lo ha proclamato in un discorso ufficiale in una scuola militare. Ha anche proposto di restaurare il vecchio termine “scuola di guerra” che era stato abolito dal governo Berlusconi più di vent’anni fa. Non si sa se il generale Masiello abbia mai letto la nostra Costituzione. Probabilmente ne ha letta un po’, ma non tutta. Avrà letto i primi dieci articoli e poi ha saltato l’undicesimo. Quello che comincia con quattro parole solenni: “L’Italia ripudia la guerra”. Ma il generale questo non lo sa. E si esalta immaginando che, data l’estrema complessità della situazione internazionale, l’Italia possa finalmente tornare all’antica vocazione e iniziare la battaglia in trincea.
Tornano alla mente le parole solenni scandite da un vecchio presidente del Consiglio: “un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia”. Mi pare che fosse il 10 giugno del 1940. Se ascoltate tutto il discorso del generale – che si può trovare in rete – non potete sfuggire al ricordo di quel meraviglioso film di Stanley Kubrick che si chiama Il dottor Stranamore. L’immagine è quella: il generale americano ex nazista che non riesce a parlare della bomba atomica senza commuoversi, e non riesce a controllare il riflesso condizionato che gli fa scattare il braccio nel saluto hitleriano.
Del resto Masiello si riferisce proprio al discorso di un generale americano e ne ripete, con entusiasmo, una frase icastica: “Non è più tempo di mediocrità, di burocrazia, di rendite di posizione”. Proprio come diceva Peter Sellers nel film di Kubrick. Basta coi generali in panciolle e i soldati a passeggio. Dice Masiello: se uno fa un esercito poi ha bisogno di una guerra. Sennò è tempo sprecato. “Bisogna abolire il sesto dominio: quello della burocrazia”.
Ora naturalmente si pone un problema. Il governo farà finta di niente? Si può mantenere al vertice dell’esercito un ufficiale guerrafondaio? Il ministro Crosetto si preoccupò di sanzionare il generale Vannacci per le frasi un po’ strampalate sugli omosessuali, i neri ed altri, che aveva scritto su un libro. Fece bene Crosetto? Non lo so. Certamente le affermazioni di Masiello sono infinitamente più gravi e sono state pronunciate non da un generale qualsiasi ma dal numero uno. Sarebbe veramente una follia se il generale restasse al suo posto.