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Putin cambia la dottrina nucleare russa, la risposta del Cremlino al via libera Usa ai missili Atacms all’Ucraina

Putin cambia la dottrina nucleare russa, la risposta del Cremlino al via libera Usa ai missili Atacms all’Ucraina

Quando sono ormai trascorsi mille giorni dall’inizio della guerra scatenata dalla Russia di Vladimir Putin con l’invasione dell’Ucraina, e in videocollegamento con l’Europarlamento il leader ucraino Volodymyr Zelensky rimarca che l’autocrate di Mosca “è piccolo rispetto all’Europa unita”, il Cremlino torna a minacciare una risposta nucleare agli attacchi ucraini sul suo territorio con missili forniti da paesi occidentali.

In particolare, come riferito dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il presidente russo Putin ha aggiornato la dottrina nucleare russa dopo il via libera di Joe Biden all’uso da parte dell’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms sul territorio russo.

La nuova dottrina nucleare russa

Una nuova dottrina nucleare, la versione precedente era stata approvata nel giugno 2020 sostituendo un documento approvato dieci anni prima, che stabilisce come “l’aggressione contro la Federazione Russa da parte di qualsiasi stato non nucleare con la partecipazione o il sostegno di uno stato nucleare è considerata un attacco congiunto”.

Nel documento ufficiale approvato dal leader russo si legge che la Russia “sta compiendo tutti gli sforzi necessari per ridurre la minaccia nucleare, ma il dispiegamento di sistemi di difesa missilistica nello spazio da parte del nemico è un pericolo che deve essere neutralizzato mediante la deterrenza nucleare”.

Categorie di Stati e alleanze militari soggette a deterrenza nucleare che il Cremlino ha deciso di ampliare: l’aggressione di qualsiasi Stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di un paese nucleare, sarà considerata un attacco congiunto alla Federazione Russa. Il riferimento è ovviamente all’Ucraina, una potenza non nucleare ma che vede tra i suoi alleati Paesi in possesso dell’atomica.

Inoltre una risposta nucleare da parte della Russia è possibile in caso di minaccia critica alla sua sovranità, anche con armi convenzionali, in caso di attacco alla Bielorussia come membro dello Stato dell’Unione, in caso di lancio massiccio di armi nucleari aerei militari, missili da crociera, droni e altri velivoli e il loro attraversamento del confine russo.

Missili Atacms utilizzati per la prima volta sul suolo russo

E sempre oggi per la prima volta l’esercito ucraino ha attaccato il territorio russo usando missili balistici Atactms di fabbricazione Usa. A riferirlo è Rbc Ucraina citando una fonte delle forze armate di Kiev. Secondo la fonte, l’attacco ha preso di mira una struttura militare vicino alla città di Karachev, nella regione russa di Bryansk, a circa 130 chilometri dal confine ucraino.

Anche il comando delle forze armate ucraine ha confermato il bombardamento compiuto la scorsa notte su un deposito di armi nella regione russa di Bryansk, senza tuttavia confermare l’uso dei missili Atacms. Sulla sua pagina Facebook, il comando ha affermato che nell’attacco è stato colpito un arsenale del 1046/o Centro logistico russo vicino alla città di Karachev, 130 chilometri dal confine con l’Ucraina. Sempre secondo il comando, citato dall’agenzia Ukrinform, 12 esplosioni secondarie hanno fatto seguito al bombardamento.

Da Mosca invece il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le difese aeree russe hanno abbattuto cinque missili americani Atacms sulla regione di Bryansk.